Il candidato premier Luigi Di Maio sta lavorando alla squadra di governo da dover poi presentare al Quirinale , con l’intenzione di blindarla prima di un ipotetico incarico.
La maggioranza dei componenti parlamentari 5 stelle, ha iniziato a guardare insospettiti, le mosse del leader 5 stelle, che da pochi giorni ha preso in mano la guida del Movimento, trasformandolo a modo suo durante la campagna elettorale. Ma i sondaggi ,ammettono i pentastellati , non sembrano premiare il nuovo corso impresso al Movimento dopo l’incoronazione del nuovo leader a Rimini, complici gli inciampi per la votazione sulla piattaforma Rousseau e le pressioni dei dissidenti che hanno offuscato la celebrazione del candidato premier.
È proprio in questo momento che bisogna puntare ad una buona strategia, infatti, Di Maio ha intenzione di risalire in cima nei sondaggi, compresi quelli interni al Movimento. Occorre scavalcare il gruppo degli ortodossi che , sempre più convinti, mostrano la volontà di voler tornare alle origini , grazie anche ad un ciclo di conferenze denominato «parole guerriere» ed ispirato al discorso che Beppe Grillo pronunciò in piazza San Giovanni a Roma alla vigilia delle elezioni che hanno portato i 5 Stelle in Parlamento.
Roberto Fico ha detto nei giorni scorsi che : sì il movimento «è unito» ma ha anche ribadito non ci può essere uno solo al comando. «Certo che mi sento rappresentato – ha affermato – . Ma non c’è una persona che deve rappresentare il Movimento. Sono il Movimento e tutte le persone che partecipano a rappresentare il Movimento 5 Stelle. Non si può delegare a Fico, a Di Battista o a Di Maio: il M5S è delle persone che partecipano, ognuno nel suo ruolo».
Di Maio ,intanto ,lavora con impegno a ricostruire lo spirito di squadra ed è speranzoso di poter recuperare consensi: è soddisfatto dei tre giorni di incontri con i parlamentari per mettere a punto i dettagli del programma elettorale su cui, entro la fine del mese, verranno ultimate le votazioni della base. È stata la sua risposta alla richiesta di maggiore condivisione delle decisioni e di attenzione al lavoro svolto dai parlamentari che di fatto hanno scritto il programma. Ma non basta. Il tam tam a Montecitorio racconta di un certo malessere per come sembra si stia costruendo la squadra di governo. Durante la verifica sul programma Di Maio avrebbe chiesto ai colleghi di segnalargli nomi di tecnici consultati durante la legislatura per valutare la possibilità di inserirli nel team di governo. Lo scouting è già partito e ad occuparsene è una ristretta cerchia di collaboratori del vicepresidente della Camera. Non solo.
Inoltre, durante l’incontro con Mattarella, Di Maio avrebbe anche segnalato al Presidente il percorso che intende seguire per fare la squadra che porterà al Colle per una valutazione, ben prima le urne, durante la campagna elettorale. Intende, quindi, seguire il metodo già usato in Sicilia con gli assessori, svelando il nome dei futuri ministri uno per volta durante la campagna.
«Il governo sarà la cartina di tornasole per valutare la reale volontà di coesione», mette in guardia un parlamentare che avverte: «un ministro che piace a Mattarella potrebbe anche non essere un nostro paladino. Non dovremmo essere noi a dare il placet?».