“Su sicurezza e lavoro dobbiamo fare una grande battaglia culturale contro i nostri avversari, che non sono quelli che se ne sono andati via di qui”. Lo dice il segretario Matteo Renzi in Direzione.Approvata all’unanimità la relazione del segretario, che tiene aperto il dialogo con Pisapia e la sinistra a sinistra del suo partito. Evidenziando come la legge elettorale del Rosatellum chiami alla “creazione di una coalizione più ampia”. Elezioni siciliane. “Bene Orlando quando nega il legame tra risultato delle urne e leadership nel partito. E vedremo se la destra unita stavolta non vince”. Orlando: “Mdp batta un colpo”
O Rosatellum o il Consultellum, “tertium non datur”: così, a quanto si apprende, il segretario spiega che sulla legge elettorale il Pd sta facendo un ultimo tentativo e pur dicendo di non andare “pazzo” per il tema, chiede “uno sforzo ulteriore” per la legge elettorale che serve all’Italia. Il Rosatellum per Renzi “ha elementi di forza sul Consultellum” con il Pd “baricentro di una coalizione più ampia”.
Poi il segretario Renzi scherza: “Meno male che non c’è Giachetti, perché sennò ci potrebbe raccontare quante volte alcuni nostri amici hanno cambiato idea sulla legge elettorale… ci vorrebbe la Var!”. “Chi mi ha preceduto” alla segreteria Dem, Pier Luigi Bersani, “sosteneva che le preferenze fossero il problema”, sottolinea.
Quanto al lavoro in Commissione Affari Costituzionali della Camera, Ap ha ritirato i due emendamenti al Rosatellum 2.0 che intervenivano sulla soglia del Senato, dopo che il relatore Emanuele Fiano aveva dato parere negativo. I collegi uninominali del Senato saranno 109 anziché 102.
Durante il suo intervento in direzione, Andrea Orlando ha affermato che “la legge elettorale, così come me si sta configurando, sarebbe un successo politico della linea per la quale mi sono battuto. Reintroduzione del concetto di coalizione è fondamentale”. “Naturalmente – ha aggiunto – non basta la legge elettorale, bisogna lavorare anche sulla legge di bilancio e bisogna avere disponibilità a interloquire sulla legge elettorale stessa, nell’interesse del centrosinistra e nell’interesse del Paese”. Perché, ha spiegato, “ha ragione Renzi quando dice che di legge elettorale se ne occupano 350 persone, ma il giorno dopo gli effetti riguarderanno tutti”.