Solidi rapporti culturali e di valori, libertà e tolleranza in primis, legano da sempre Italia e Svizzera, Paese che con la pacifica secolare convivenza tra etnie, religioni e costumi diversi rappresenta un modello per l’Europa. Cui si aggiungono altrettanto solidi rapporti commerciali che si traducono, per citare, in un export dell’Italia verso la Confederazione pari a 19 miliardi di euro, più che con Cina e Russia. Inoltre: la nuova linea ferroviaria Genova (che potrebbe diventare il porto della Svizzera)-Rotterdam della quale è parte fondamentale AlpTransit , la ricollocazione dei migranti, la collaborazione all’interno del Fondo Fiduciario dell’U.E. per l’ Africa.
Certo, come avviene tra vicini non mancano dissapori: ma entro la fine dell’anno la Svizzera dovrebbe firmare l’accordo fiscale con l’Italia.
È quanto affermato dal ministro degli Esteri Angelino Alfano che ha aperto i lavori con l’omologo consigliere federale agli Affari esteri Didier Burkhalter, della quarta edizione del Forum tra Italia e Svizzera all’Università della Svizzera Italiana di Lugano, aperta dal saluto del Sinfaco Marco Borradori.
Il Forum si propone di intensificare “il dialogo tra società civili, favorendo l’incontro di personalità italiane e svizzere del mondo politico, economico-finanziario, culturale, scientifico e intellettuale”. A margine del Forum, i due ministri hanno affrontato diversi temi: tra questi, lo stato delle relazioni bilaterali, i rapporti con l’Unione Europea, la presidenza italiana dell’Osce nel 2018 e, infine, la Conferenza mediterranea Osce che si terrà il prossimo 24-25 ottobre a Palermo.
Dopo le tre precedenti edizioni di Roma, Berna e Milano, il Forum di Lugano è stato promosso dall’Ambasciata di Svizzera in Italia, dall’Ambasciata d’Italia in Svizzera, da Limes – Rivista Italiana di Geopolitica e dal Centro studi Avenir Suisse, in collaborazione con l’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale), con l’Università della Svizzera italiana (USI), con il Municipio di Lugano, con il Canton Ticino e sotto gli auspici del Dipartimento Federale degli Affari Esteri svizzero e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano. Notevole la partecipazione di personalità della cultura, della politica, dell’ economia, tra le quali Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia e dell’Istituto Europa Asia nonche’ cofondatore e componente il Direttivo dell’Associazione culturale di diritto svizzero Carlo Cattaneo di Lugano.
Tra gli interventi da segnalare quello dell’ingegner Carlo de Benedetti presidente onorario del Forum, che ha parlato della “Svizzera, dove il capitalismo avanzato si sposa con il socialismo dell’uguaglianza tra persone basato su una forte delega di autorita’, per essere un modello di educazione collettiva,di senso di rispetto, di senso civico.
E l’ intervento dell’architetto Mario Botta, cittadino dei due Paesi, che ha portato nell’Università la visione umanistica della sua professione.
E’ seguita una tavola rotonda sulle sfide comuni che i due Paesi si trovano ad affrontare con la partecipazione dei Direttori di Limes e Avenir Suisse, Lucio Caracciolo e Peter Grünenfelder. Se la Svizzera non è priva di problemi – tra questi un debito pubblico del 150% e rapporti non sempre facili con l’Unione Europea che la circonda – l’Italia si trascina in una situazione politica di incertezza che l’avanzata dei “populismi” – reazione del ceto medio impaurito e disorientato – non agevola.
Nella due giorni dei lavori sono state discusse quattro tematiche principali: la promozione dell’italiano, l’ impegno congiunto di Svizzera e Italia; le migrazioni tra accoglienza e integrazione; l’industria 4.0; i trasporti. I lavori si concludono oggi 10 ottobre con una sessione aperta al pubblico per la presentazione dei risultati raggiunti dai 4 gruppi di lavoro.
Il Forum, in sostanza, ha inteso concentrarsi su quelle caratteristiche comuni tra Svizzera e Italia, come la lingua, che possano potenziare lo scambio politico-culturale tra i due Paesi e rafforzare un rapporto già profondo in diversi ambiti: politico, economico, finanziario, culturale. Al contempo, l’iniziativa si propone di colmare quel divario di conoscenza che, paradossalmente, connota il rapporto bilaterale pur in presenza di relazioni intense e assidue.
Achille Colombo Clerici