Bagnoli sembra un pugile che pur subendo colpi nei fianchi fino a farle mancare il fiato, resiste nella sua fierezza e la propria dignita’ di restare ancorata a quel gong che non suona mai.. E’ la storia della nostra Bagnoli in grande “confusion identity” dove i tanti opinion leader politici e imprenditori garibaldini, ancora non sanno cosa e dove saper valorizzare in questa angustiata e spettrale zona desertica partenopea. E’ notizia di poche ore fà lo stanziamento di ben 27 milioni di euro da parte del consiglio dei Ministri di cui figura la guida carismatica del commissario straordinario Salvo Nastasi, inserita nel decreto fiscale della legge di bilancio approvata dall’iter parlamentare governativo. Buone notizie per un’ area, quella di Bagnoli presa a bancomat da aziende fallite nel corso dei lavori di ristrutturazione, si ripartira’ da nuovi claim gia’ sentiti come un disco rotto da decenni come la riqualificazione, il dragaggio, nascita della citta’ dello sport, citta’ della Vela e il restyling della citta’ della scienza, oggi ancora unica struttura fino ad ora messa in atto dal piano governativo. I 100 milioni messi in campo in precedenza (esattamente fino al 2015) non sono serviti per dare lustro ad una citta’ che da sempre e’ ritenuta a maggior ragione potenzialmente turistica ma anche strategica dal punto di vista economico e produttivo. Per chi non lo sapesse quando ogni talune volte sentono parlare di Bagnoli la grade area flegrea prima di divenire “bomba ecologica”, il paesaggio trasudava di “grande bellezza” con le prime costruzioni balneari abbinate a sorgenti naturali termali con cartoline mozziafato per i turisti beati di tale visione. Dal punto di vista economico poiche’ grazie al porto, l’import export era e potrebbe essere tutt’ora di notevole rilevanza dal punto di vista produttivo per aziende che vogliono essere agevolate a produrre verso l’estero. I presupposti ci sono tutti, con i soggetti preposti che dovranno rimboccarsi le maniche e attuare politiche progettuali in grado di combinare l’attivita’ industriale con strutture ricettive in grado di dare lustro al magnifico suolo partenopeo. Bisogna augurarsi che non sia il solito film gia’ visto nel sentenziare vincitori e vinti (la querelle triennale Renzi- De Magistris sul comune AntiRenziano e’ nota a tutti gli stakeholder politici), che non porterebbe a nessun risultato attuativo, ma solo il cosiddetto immobilismo italico; Renzi ha buon fiuto politico e Bagnoli ne e’ l’ennesima dimostrazione; in previsione di una sua futura candidatura come Premier, rimarca ulteriormente il suo ruolo da protagonista nella scelta governativa dello stanziamento dei fondi con i dovuti e si spera meriti per la ricostruzione flegrea, con De Magistris che dall’alto delle sue qualita’ politiche etiche e morali dovrebbe attuare un piano collaborativo in grado di rendere quanto piu’ agevole il compito delle istituzioni nel far rinascere Bagnoli.