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Viaggio all’interno del volontariato in carcere Attività della cooperativa “Il Quadrifoglio”

Il 15 giugno del 1990 nasce la Cooperativa “Il Quadrifoglio”, presieduta da Lidia Ronghi.
A novembre del 1991, con la stipula di una convenzione con il Ministero della Giustizia, nasce la Comunità “Il Ponte”, una comunità per minori dell’area penale che si affaccia sull’isola di Nisida; la sede è una struttura residenziale che può ospitare da un minimo di 4 ad un massimo di 9 minori sottoposti all’ art. 22 del DPR 448/88 (collocamento in comunità), dove vengono realizzati progetti educativi-risocializzanti personalizzati per ogni utente.
Questi giovani, per essere reinseriti a pieno nella società, vengono indirizzati a laboratori che hanno anche lo scopo di insegnare loro come diventare falegnami o ceramisti, ma non mancano momenti ludici con laboratori teatrali, campi estivi e altro.

Ad oggi sono circa 60 le persone che lavorano per “Il Quadrifoglio”, ricoprendo varie figure professionali e favorendo, quindi, il lavoro di equipe.  È soprattutto grazie alla coesione dei moltissimi giovani professionisti, che hanno contribuito alla nascita di questa Associazione, che, ad oggi, “Il Quadrifoglio” riesce ad andare avanti nel suo intento di reinserimento e rieducazione dei minori a rischio nella società, superando le difficoltà che un territorio difficile come Napoli presenta. La Cooperativa si fissa l’intento di presentare ai giovani devianti altri modi di vivere che non siano solo la delinquenza, facendo loro capire di poter scegliere. L’associazione si propone come punto di riferimento per i ragazzi in difficoltà offrendo sempre ascolto e aiuto, tutelando i giovani e promuovendo la socializzazione.
Nel luglio del 2014 alla Cooperativa viene presentata una nuova “sfida”: la gestione di una villa nel quartiere Miano confiscata alla camorra. Lo scopo è quello di creare un centro educativo e formativo per bambini e adolescenti e contestualmente farne un luogo-simbolo per una lotta culturale a favore della legalità e del riscatto sociale. Proprio sulla facciata della villa, quindici ragazzi dell’Associazione “Bereshit”, impegnati in un corso di graffiti e disegno, hanno dato vita ad un murales, simbolo di legalità, che rappresenta  dei prati verdi su uno sfondo montuoso. Il segnale che si vuol lanciare è la riappropriazione di un territorio cittadino sconquassato dalla criminalità organizzata. L’inaugurazione è avvenuta il 21 maggio del 2015.
Oggi “Il Quadrifoglio” continua a lavorare costantemente per dare un nuovo impulso al territorio e costituire un volano per i giovani che lo abitano.

Lo “staff” della Cooperativa è costituito in gran parte da donne, questa maggiore sensibilità ha certamente acuito il sentire verso le fasce a rischio ed ha favorito la nascita di più asili nido in quartieri considerati a rischio devianza (rione Salicelle ad Afragola oppure quartiere Miano). Gli asili nido non accolgono solo i bambini ma anche le giovani madri e vengono attuati percorsi rieducativi atti ad implementare la capacità genitoriale.
Uno dei maggiori obbiettivi che “Il Quadrifoglio” si pone è il recupero della condizione di cittadino, che spesso in quartieri a rischio viene dimenticata. “Bisogna ricordare ai cittadini di avere anche diritti e non solo doveri, perché spesso se ne dimenticano e questa è una delle maggiori cause della devianza” queste sono le parole della Presidentessa Ronghi.
Gli operatori di territorio dell’Associazione si fanno interpreti dei giovani devianti perché riescono ad entrare nelle loro emozioni, ed operano come agenti di cambiamento, lavorando in primis sulle famiglie. È, infatti, proprio nell’abito familiare che bisogna agire per auspicare ad un reale cambiamento, inoltre bisogna lavorare in sinergia creando un rete sul territorio in grado di accogliere e dare ascolto a chi ne ha bisogno.
Fortunatamente oggi, rispetto al passato, c’è maggiore sensibilità sul tema, ciò è dovuto anche grazie alle nuove tecnologie ed alle nuove forme di comunicazione, “Il Quadrifoglio”, infatti, ha realizzato vari cortometraggi i quali hanno avuto un forte impatto sulla popolazione.
Purtroppo oggi i laboratori di ceramica e falegnameria, che venivano finanziati grazie alla “legge Eduardo” (legge regionale n.41 del 1987), non ricevono più fondi e perciò si è dovuto accantonare il progetto. Questo è stato un duro colpo per l’intero territorio, i laboratori, infatti, non erano rivolti solo ai detenuti o ai ragazzi devianti ma a tutti i giovani che potevano, o meno, essere a rischio devianza.
Ma, nonostante ciò, la Presidentessa Lidia Ronghi non si perde d’animo ed afferma:“siamo sempre di più”

Flavia Capriello

 

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