Spesso si dice che quando la mano pubblica non basta, è necessario che il terzo settore dia una mano. E’ quanto sta accadendo a Napoli dove l’iniziativa di un’associazione sta contemporaneamente portando in dote riqualificazione del territorio e reinserimento sociale degli ex detenuti. Antonio Cardone, responsabile di “I bar academy”, associazione che si occupa di formazione nel campo della ristorazione a tutto tondo, ha messo a disposizione una quota residuale di fondi impiegati per precedenti progetti ( svolti assieme alla Regione) investendoli in un’iniziativa che coinvolge anche gli ex detenuti organizzati di Pietro Ioia. Da Stamattina e fino a martedì 31 ottobre, infatti, sette cittadini ex ristretti ripuliranno e riqualificheranno le vie e le aree verdi del quartiere di Poggioreale e della zona di Gianturco, a cominciare dal rione Luzzatti.
“E’una bellissima iniziativa che dimostra come prima o poi qualcosa di buono può arrivare se ci si continua a impegnare e se non si perde la speranza”, ci ha detto un entusiasta Pietro Ioia che ha posto in evidenza come il lavoro dei sette ex detenuti sia retribuito e come ciò contribuisca a favorire non solo il reinserimento sociale ma anche un recupero di autostima in chi è coinvolto in un progetto simile. “La paga – ha spiegato Antonio Cardone – è di circa 30 euro al giorno per mezza giornata lavorativa. Si comincia alle 8 e si finisce alle 11:30. Ho fortemente voluto questo progetto, dopo altri già messi in campo con il patrocinio della Regione e della Fondazione di Comunità, per garantire sia una pulizia ordinaria delle strade del nostro quartiere che per andare incontro alle esigenze di persone bisognose”. Il discrimine per scegliere i lavoratori si è infatti basato su chi avesse maggiori difficoltà e necessità di partecipare, in virtù della propria condizione.
Cardone ha inoltre spiegato che l’attività avrà luogo a giorni alterni da questa mattina fino a martedì 31 ottobre, per quello che può essere considerato un esperimento che sarebbe da copiare e da esportare in altre zone della città, dove pure non vengono garantiti spazzamento e in generale decoro urbano. I sette ex detenuti, ha inoltre spiegato Cardone: “Sono regolarmente pagati e contrattualizzati, dunque ricevono ogni forma di tutela. Di fatto è come se fossi un imprenditore e loro i miei dipendenti, con contratti stipulati con la mia associazione, ritenute d’acconto, tutte le coperture del caso e un compenso di circa 30 euro al giorno”. Un progetto che durerà sì pochi giorni ma nelle intenzioni di Cardone potrebbe portare alla nascita di una cooperativa col fine di mantenere impegnati i lavoratori ex detenuti anche a iniziativa conclusa.
Di sicuro questo progetto non risolverà l’annoso problema degli spazzamenti per le vie di Napoli, né della zona tra Gianturco e Poggioreale, cara a Cardone e allo stesso Ioia, da cui si è partiti stamattina. Tuttavia, è la dimostrazione di quanto occorra un reinserimento socio-lavorativo sia per dare un futuro a persone in difficoltà che per evitare ritorni ad attività i cui esiti riportano spesso al punto di partenza: il carcere. Al momento, però, la politica fa orecchie da mercante lasciando l’onere a poche associazioni e a un volontariato sempre generoso ma pur sempre insufficiente per raccogliere le tante sfidedella post detenzione, in una città come Napoli dove il lavoro (come la sanità e altro) sono un problema anche per chi in carcere non c’è mai finito.