L’Associazione “Carcere VI.VO” rimanda, sia nel nome che nelle finalità, a San Vincenzo de Paoli, il quale nel ‘600 dedicò la sua attività ai galeotti francesi. Nel 1987 le Figlie della Carità di Napoli riprendono la sua opera e, grazie anche alla collaborazione di molti laici, nel 1989 nasce quest’Associazione che si occupa, principalmente, del recupero e del reinserimento dei detenuti e dei tossicodipendenti.
Sotto la presidenza di Carmine Uccello, “Carcere VI.VO” si pone accanto alle famiglie, con visite domiciliari e ascolto, per far sì che queste non si sentano abbandonate ed abbiano modo di condividere i loro problemi. Ma non solo, infatti, altro compito dei volontari, è quello di essere vicini ai detenuti tramite corrispondenza o visite all’interno delle carceri, offrendo sempre parole di conforto. Oppure ai tossicodipendenti proponendosi di accompagnarli in Comunità Terapeutiche e motivandoli ad un corretto reinserimento all’interno della società.
L’impegno maggiore assunto da “Carcere VI.VO” è sicuramente la vicinanza alle famiglie dei detenuti, cercando con forza di includere nella società coloro che la società stessa tenta di escludere e far riacquistare dignità a chi l’ha perduta.
Ogni anno viene organizzato uno spettacolo di beneficenza ed il ricavato viene devoluto interamente alle famiglie più bisognose. Il prossimo 24 novembre alle ore 17.30, nella Casa delle Figlie della Carità di Napoli, ci sarà lo spettacolo di quest’anno, durante il quale potremmo ammirare la bravura e la dedizione di alcuni cantanti e comici napoletani.
Gli spettacoli servono soprattutto a sensibilizzare la società dato che le richieste di aiuto sono tante e i volontari, da soli, non possono rispondere a tutte.
Altro impegno, degno di lode, dell’Associazione è la convenzione con il CRAI per fornire viveri ed una bustina con qualche spicciolo alle famiglie dei detenuti senza reddito.
“Il volontario è un lavoro difficile”, afferma il Presidente Carmine Uccello, “è necessario far rifiorire la speranza per un avvenire diverso”, lasciare, quindi, un messaggio positivo per il futuro.
Il presidente Uccello porta l’esempio del buon samaritano: “non bisogna mai fermarsi, bisogna continuare ad accompagnare e, soprattutto, bisogna accorgersi se avvengono cambiamenti”.
“Carcere VI.VO”, oggi, dispone di 4 volontari per il carcere di Poggioreale, 3 volontari per il carcere di Secondigliano e 2 volontari per il carcere di Pozzuoli e cerca sempre di operare in rete con le altre Associazioni di volontariato in modo da creare coesione sul territorio e non lasciare che le persone ristrette e, soprattutto, le loro famiglie si sentano abbandonate a loro stesse.
Flavia Capriello