Il 6 novembre del 2004 era una sera come le altre a Scampia o almeno gli abitanti del quartiere cercavano di costruirsi una normalità che la faida lentamente stava portando via. Cinque ragazzi erano intenti a giocare a biliardino nel cosiddetto rione dei Sette Palazzi fino a quando quella allegra serata viene interrotta da una serie di spari. Ne bastano solo due colpi sparati alla schiena per mettere fine alla vita di Antonio Landieri. I ragazzi raccolti intorno al biliardino vennero scambiati per un gruppo di spacciatori di droga ma nessuno di loro aveva legami con la camorra.
Antonio quel giorno venne ucciso due volte: dalla camorra e dalla stampa. I media iniziarono a riportare notizie distolte e fittizie, descrivendo Antonio come un criminale internazionale. Ci sono voluti anni per riconoscere l’innocenza di Antonio che è stato anche la prima vittima con disabilità ammazzata dalla camorra. La giustizia per la famiglia Landieri arrivò nel 2016 quando vennero arrestati Cesare Pagano, ritenuto il mandante del gruppo di fuoco che uccise Antonio, Giovanni Esposito, Gennaro Notturno, Davide Francescone e Ciro Caiazza ritenuti invece gli esecutori materiali.
In memoria di Antonio Landieri sono nate diverse manifestazioni e attività sociali. Sono sei anni che all’interno dell’Arciscampia viene svolto Libera in Goal, un torneo di calcetto partecipato da tantissimi giovani provenienti da diverse zone di Italia. Qualche anno dopo la sua morte, il cugino di Antonio, Rosario Esposito La Rossa ha scritto un libro Al di là delle neve, una serie di racconti ambientati a Scampia. L’ultimo brano è dedicato proprio ad Antonio in cui viene narrata la cronaca della sua morte descritta dal punto di vista della vittima. Rosario Esposito La Rossa è molto attivo nel sociale, da anni porta avanti battaglie sulla legalità. Da qualche mese, infatti, Rosario ha fondato La Scugnizzeria, una libreria aperta al quartiere che tra le varie attività offre corsi di recitazione, di scrittura creativa e fotografia. All’interno della libreria simbolicamente è presente un biliardino per ricordare quella partita che Antonio non ha mai terminato.
Sono passati quindi 13 anni dalla morte di Antonio Landieri, 13 anni in cui Scampia ha iniziato a reagire e a non sottostare alle regole imposte dalla malavita. C’è ancora tanta strada da fare ma molto è già stato cambiato, lo dimostra un quartiere che in nome di Antonio e di tutte le altre vittime innocenti di camorra si impegna per liberare i territori dalla corruzione e dalla criminalità.
Maria Baldares