Ancora un’altra tappa per il Garante dei detenuti della Regione Campania. Infatti , Samuele Ciambriello è stato a Eboli per visitare un istituto a custodia attenuata. Una struttura che ospita “persone private della libertà personale” ma dove “non manca la dimensione sociale”.
Il Garante ha raccontato la sua esperienza, nel corso di una conferenza stampa mettendo in luce i numeri allarmanti delle carceri campane. Se nell’ultimo carcere che visitato, sono presenti trenta posti liberi, completamente diversa è la situazione della struttura di Forni.
Samuele Ciambriello ha riportato alcuni numeri che danno un’idea immediata dello stato di emergenza dei carcerati e degli addetti ai lavori. “A Fuorni sono presenti 511 detenuti, rispetto a una capienza complessiva di 368 persone. Oltre 150 persone in più rispetto a quelle normalmente consentite. Il carcere soffre anche la mancanza di personale adeguato, rispetto alle reali esigenze. Ogni giorno prestano lavoro 7 educatori e 220 poliziotti. Mancano 70 agenti di polizia penitenziaria, 4 vice commissari e un comandante”.
Una carenza di personale che influisce sulle condizioni di vita dei detenuti. Il problema del sovraffollamento delle carceri, secondo i dati divulgati dal Garante, riguarda tutta la Campania, dove le strutture “ospitano 7219 detenuti mentre la capienza di tutte le celle è di 6120 persone”. A complicare le cose è l’assenza di 400 agenti di polizia penitenziaria. A Fuorni manca anche la possibilità di una custodia aperta, che consentirebbe ai carcerati di dialogare tra loro, favorendo i rapporti umani. Attualmente, secondo il Garante “questo accade soltanto di sabato e di domenica, secondo il criterio della trasmigrazione cioè è possibile sposarsi in un’altra cella, a condizione che il numero di persone all’interno rimango sempre lo stesso”.
Oltre alle questioni di sicurezza, Ciambriello ha segnalato anche problemi organizzativi che vanno a interferire con la normalità delle donne in carcere. Molte di esse, a Fuorni, lamentano l’impossibilità di avere “un vitto dignitoso”. I pasti, tutti i giorni, devono arrivare dalla struttura centrale del carcere e questo richiede circa un’ora per il trasporto alle celle. Di fronte a questa esigenza, il Garante ha dichiarato: “Alle persone che sbagliano va tolto il diritto alla libertà ma non alla dignità” e ha aggiunto: “l’aggressività presente nelle carceri è dovuta al cambiamento dell’utenza. Una volta, ad esempio, i detenuti di Forni si scontravano fra di loro mentre oggi l’aggressività viene scaricata sugli agenti di polizia penitenziaria”.
Di fronte alla situazione del carcere di Fuorni, il Garante ha avanzato due proposte progettuali con risorse dell’ufficio del garante: l’acquisto di attrezzature ludiche per gli spazi verdi e la creazione di un’area destinata ai familiari dei detenuti. Un altro progetto, invece, riguarda le strutture di Salerno, Fuorni ed Eboli. Esso prevede la possibilità di fornire un supporto sociale, assistenziale e giuridico ai detenuti. Un assistente sociale, un avvocato e un mediatore culturale saranno a disposizione dei detenuti che attendono dei permessi oppure la discussione di pene alternative al carcere. Secondo Ciambriello, “questo servirà a colmare l’esigenza di alcuni detenuti che non riescono a dialogare con i rispettivi giudici di sorveglianza”. Un modo per assicurare un aiuto anche alle figure borderine, che vivono in stato di detenzione.