La presenza di De Magistris al San Paolo domenica scorsa durante la partita Napoli – Fiorentina, ha infittito ulteriormente la lunga diatriba riguardo la vicenda dello stadio. Il sindaco di Napoli, infatti, non era presente in tribuna al fianco di De Laurentiis ormai da tempo e, la sua assenza, unita agli ultimi avvenimenti sulla questione stadio, aveva fatto pensare a una rottura dei rapporti definitiva tra la società e il comune di Napoli. Il motivo sarebbe il sequestro cautelativo di cinque milioni che la Corte dei Conti della Campania, lo scorso febbraio, ha effettuato sui conti correnti della società sportiva a causa di un debito che la SSC Napoli ha nei confronti del Comune-. Il contratto di gestione dello stadio, tra il Comune e la società azzurra, prevede il versamento annuale del 4,5 % degli incassi netti delle partite più la somma di quarantacinque mila euro per la pubblicità, e proprio al fronte di diverse irregolarità in questi pagamenti, che la Corte dei Conti ha deciso di attuare il suddetto sequestro.
Durante l’udienza della settimana scorsa, i legali della società azzurra hanno dichiarato che attendevano che la transazione tra loro e il Comune, iniziata lo scorso anno, si ultimasse, per poter poi pagare l’esatto importo. In questa transizione, infatti, si farebbe riferimento sia all’erario non pagato fino ad ora, da parte della SSC Napoli sia ai lavori allo stadio San Paolo degli ultimi due anni, svolti a spese della società. Secondo queste dichiarazioni, infatti, il Napoli sarebbe convinto di non dover pagare l’intera cifra sequestrata, perché avrebbe anticipato già un’ingente somma per i lavori di miglioramento effettuati. La società ha fatto sapere tramite una dichiarazione che: “Ha presentato alla Corte dei Conti della Campania le proprie controdeduzioni in merito al sequestro operato dalla Guardia di Finanza sui propri conti correnti per il mancato pagamento dei canoni previsti dalla convenzione con il Comune di Napoli per la gestione dello stadio San Paolo”.
La Corte dei Conti, però, non sarebbe d’accordo, poiché i lavori effettuati dalla società non sarebbero stati fatti con una gara pubblica, come invece si deve fare per somme superiori ai centomila euro. Insomma la questione non sembra giungere a una conclusione, eppure entro tre mesi, termine entro il quale scade la convenzione tra le due parti, si deve giungere a un accordo.
Il dirigente azzurro, Alessandro Formisano, dopo l’udienza si è espresso così: “Se non si giunge a un accordo, il Napoli andrà a giocare in un’altra città”. Il sindaco De Magistris, invece, in un’intervista a Radio Kiss Kiss Napoli, ha detto: “Abbiamo mandato una proposta alla società a proposito della transazione, il Comune è creditore, la società deve pagare. Poi sulla convenzione metteremo in campo tutte le condizioni a legge vigente per consentire a chi vuole investire di ristrutturare e migliorare l’impianto cittadino, non sono spiccioli ma milioni di euro”. Intanto in consiglio comunale ieri è stata avanzata una proposta: cambiare denominazione allo stadio per intestarlo a uno sponsor e ottenere così fondi necessari alla ristrutturazione dello stadio; sempre che il presidente De Laurentiis non faccia una contro proposta, attesa oramai da tempo.
In un panorama del genere è facile comprendere perché il ritorno di De Magistris in tribuna al San Paolo abbia suscitato tanto scalpore, a livello mediatico e non. Sono in molti a chiedersi per quale motivo il sindaco sia tornato, vederlo seduto al fianco di De Laurentiis, infatti, fa pensare che finalmente si sia giunti a un accordo per le sorti del San Paolo. Accordo che interessa sia i cittadini napoletani, poiché come si è detto il Comune in questa vicenda, è creditore, che i tifosi azzurri, che da anni attendono uno stadio che sia al pari delle altre squadre europee.