“La sinistra deve aspirare a essere larga, a essere unita. Ho molto apprezzato lo sforzo che Walter Veltroni ha fatto in questi mesi a spingere il centrosinistra, che è quel qualcosa che va anche al di là della sinistra italiana, a stare insieme, uniti. Se pensiamo ai pericoli che ci circondano, li dobbiamo affrontare non contro qualcuno, ma insieme. Ci serve una sinistra consapevole, competente, capace di prendersi cura della società. E ci serve ora, naturalmente“. Così si è espresso Paolo Gentiloni parlando del libro di Veltroni.
“La sinistra non può abitare questa epoca comportandosi come un’elite senza terra e radici, cosmopolita, digitale, che però non ha radicamento in un’identità, in un territorio. Non lasciamo l’identità ad altri. L’identità deve essere un fondamento della sinistra. Questo nuovo mondo ha bisogno di democrazia, multilateralismo, identità vicine, ambientalismo, cultura. Sono i nostri valori, i valori sui quali le generazioni si sono formate nei decenni. Sono valori che si muovono, non stanno fermi. Non li possiamo contemplare e riscaldarci in un campo domestico. Dobbiamo fare anche cose scomode per portare i nostri valori in campo aperto”. Mentre per Gentiloni la lettura politica del nuovo libro di Walter Veltroni: ” è un messaggio contro il rifugiarsi nel passato. Il fondatore del Pd , con cui anni fa invitavamo la sinistra italiana ad andare oltre il ‘900 , continua a sconsigliare anche nel suo romanzo, l’idea di rivolgere lo sguardo all’indietro. Le nostre biografie, che in parte sono diverse ma poi si assomigliano parecchio, non possono essere rassicuranti coperte di Linus. Sarebbe comodo e rassicurante rifugiarci al caldo delle nostre biografie”. Veltroni, dal suo canto dichiara: “In questo momento sento che è in gioco qualcosa di molto importante, la possibilità per la sinistra di svolgere un ruolo rilevante. Credo non ci sia bisogno di tatticismi, bisogna andare alla sostanza delle cose. È possibile non ritrovarsi tra persone che hanno valore e idee comuni? Questa è la semplice domanda che si pongono i milioni di elettori di centrosinistra.Con Pier Luigi Bersani mi sono confrontato. Se si continua sulla strada della divisione il rischio è che si creino una Margherita da un lato e un Ds ‘bonsai’ dall’altro. Se i protagonisti di queste vicende spostassero lo sguardo al futuro, capirebbero quanto sono piccole le polemiche di oggi”. Per quanto riguarda Fassino, che dichiara: “Prodi il padre dell’Ulivo e del Pd, condivide e apprezza l’iniziativa che stiamo perseguendo e che sto personalmente conducendo per una comune strategia del centrosinistra. Anche incoraggiato da questo incontro proseguo ora i miei colloqui. Dopo l’incontro di lunedì con Emma Bonino, Magi e Della Vedova, ieri ho incontrato i rappresentanti di Italia dei Valori, Socialisti italiani, Democrazia Solidale; domani vedrò i Verdi e entro la settimana Giuliano Pisapia e i dirigenti di Campo progressista. Tutti sono consapevoli della necessità di superare le divisioni che ci sono e ricomporre una unità che corrisponda al sentimento e alle aspettative della nostra gente”. A Bersani, Fassino dice: “La domanda che sale dal popolo di centrosinistra è una domanda di unità, non di divisione. Tutti dovrebbero tenerne conto”. Alla domanda, se il Pd resterebbe da solo, una volta che Mdp si afilasse: “No, tutt’altro. Noi stiamo acquisendo la disponibilità di molti soggetti che ho incontrato a costruire una alleanza di centrosinistra. Noi cerchiamo un confronto con tutti, anche con Mdp, Sinistra italiana e Possibile perché l’obiettivo è costruire l’alleanza più larga: ma anche se Mdp non fosse disponibile costruiremmo comunque un campo di forze largo per vincere la sfida delle elezioni“.