Ve l’immaginate un futuro in cui sarà possibile “riciclare” la propria capoccia (in caso di morte cerebrale) su un altro corpo e poter vivere all’infinito scambiandosi le teste? A pensarci è pura follia.
Non per il neurochirurgo italiano Sergio Canavero che ha annunciato l’avvenuta esecuzione sperimentale del primo trapianto di testa al mondo effettuata – con un intervento durato 18 ore – su un cadavere in Cina. La qual cosa – a differenza dei più collaudati e similari esperimenti portati a compimento su animali – aprirebbe le porte ad una applicazione del metodo su esseri umani vivi.
La comunità scientifica è tranchant: se le probabilità di sopravvivenza sono prossime allo zero, è praticamente escluso che il paziente/ricevente possa riprendere in seguito una vita normale.
Senza contare le implicazioni etiche e legali, dall’apertura di un varco verso l’immortalità alla qualificazione di un reato connesso alla decapitazione necessaria per donare la testa.
Insomma, una sorta di sofisticata ghigliottina di massa che ci faccia sopravvivere a malattie neurologiche devastanti. Un’ipotesi di “testa a testa” davvero macabra e raggelante.