Sono stati individuati i ragazzi che domenica notte hanno sparato su un gruppo di giovani tra via Poerio e via Satriano nella zona dei Baretti di Chiaia. I colpi sono partiti da ragazzi del Rione Traiano, giovanissimi anche loro. Dalle prime indagini emerge che i ragazzi hanno familiari legati alle organizzazioni criminali. Nell’agguato sono rimasti feriti diversi ragazzi, la più giovane ha 14 anni e nessuno di loro è in pericolo di vita. Alcuni dei feriti sono già noti alle forza dell’ordine.
Il motivo che ha scatenato gli spari sembra essere una lite precedente consumata tra un gruppo del rione Traiano e l’altro – dei quali ci sono feriti – di San Giovanni a Teduccio. Tra di loro è rimasto ferito anche un ragazzo di 18 anni, estraneo al gruppo e trovato lì per caso. Gli agenti della Squadra Mobile di Napoli e del commissariato San Ferdinando stanno portando avanti le indagini.
La notizia della sparatoria a Chiaia sta facendo molto rumore, soprattutto perché le vittime sono giovanissime. Si sta parlando, ormai già da tempo, di movida violenta. Ma è davvero questo il termine adatto per questa vicenda? Politici e cittadini stanno offrendo i propri punti di vista e soluzioni per arginare il problema, chiedendo di limitare gli orari di pub e locali e di inserire più controlli. Pochi si stanno realmente interrogando sul perché ragazzi così giovani vanno in giro con delle armi nelle tasche; parliamo di ragazzini che non ancora raggiunto la maggiore età. Così piccoli eppure così pieni di livore, di sete di superiorità e di affermazione del potere. Le istituzioni anziché farsi la guerra internamente e puntare il dito su chi ha fatto o non ha fatto cosa, dovrebbe intervenire e in maniera tempestiva creando un piano serio in cui si punta sull’istruzione e sugli spazi sociali. Solo con la presenza reale dello Stato si può cercare di contrastare un fenomeno che si sta estendendo in maniera incontrollata.