La Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, si è conclusa, ma non serve forse una giornata per ricordarsi di non toccare una donna, ma un libro ci insegna che le braccia dovrebbero proteggere i corpi non schiaffeggiarli o peggio, ucciderli. ” Il braccio alzato.La violenza dell’uomo comune” è scritto da Duccio Scatolero, che narra la storia quotidiana di ciascuno di noi e delle occasioni cui ci si perde, momenti in cui si può anche diventare violenti. Per far male occorre oltrepassare il limite che ci frena quando abbiamo l’impulso di colpire. Ma ciò che può fermare un braccio violento è solo il peso che si riesce a dare allo sguardo dell’altro. Guardarsi negli occhi. Perdersi negli occhi dell’altro.
La violenza può arrivare da chiunque anche dall’uomo più amabile della terra, proprio perchè l’amore può trasformarsi in odio, in violenza e poi ritrasformarsi in amore, come se niente fosse accaduto. Non solo, la violenza per certi versi, non è soltanto un braccio alzato, uno schiaffo, un calcio, la violenza è anche quella verbale, fatta di parole che feriscono , di offese, e non soltanto quelle fra un uomo e una donna, ma anche fra un padre e una figlia, fra due amici, fra due fratelli. Le parole sono meno veloci degli schiaffi, ma fanno un male atroce. Nei primi 10 mesi del 2017 sono state 114 le donne uccise ed ogni due giorni e mezzo in Italia muore una donna per mano di chi dice di amarla. In alcuni casi può essere un raptus improvviso, una disgrazia, il gesto violento di un momento di rabbia o di disperazione, fatto sta che nessuno ha il potere di toccare una donna, se non per darle una carezza. Perchè l’amore, in ogni sua forma, che sia fra due innamorati o fra un padre e una figlia non è mai possesso, o appartenenza, ma libertà, profonda libertà.
Il libro di Scatolero, ci ricorda attraverso #gironatainternazionalecontrolaviolenzasulledonne che la violenza avviene tutti i giorni, nell’ordinario, e che le braccia degli uomini servono per creare, allevare i figli, abbracciare le donne al petto, lavorare, lottare, amare , e invita a bagnarsi negli occhi dell’altro, guardare come fanno i bambini le cose, toccandole con lo sguardo e ad abbassare le mani.