Il grande genio di Nicholas Tolosa, con il patrocinio dell’ Osservatorio Comunicazione Partecipazione Culture Giovanili (OCPG) dell’ Università di Salerno e del Museo MIACE di Castel Volturno (Ce) a cura di Lucrezia Lombardo, espone il 2 dicembre presso l’ Hotel Neapolis, a Napoli una mostra personale d’Arte contemporanea, dal titolo: «Il lirismo pittorico di un’ istantanea», lirismo insito nelle tele di questo giovane autore, attraverso due soli non-colori: il bianco e il nero.Il primo, il bianco, è il colore della tela senza forme, il nero, invece, è il colore «della totalità», che annienta i confini.
Il tema ricorrente, nella poetica di questo pittore-poeta, è l’uomo, nella sua condizione più dolorosa come la Shoah o le guerre, che privano. La poetica di Tolosa non teme d’immortalare i momenti più atroci delle vicende storiche collettive. Il dolore, viene affrontato, e si indaga la società, il suo modus operandi.
Le tele di Tolosa contengono perciò una riflessione antropologica, oltre che estetica.Ma la vita e la speranza riecheggiano nella personale di Tolosa come nell’opera Nuova Vita, l’artista ritrae una madre che, con il sorriso sulle labbra, tiene tra le mani il figlio appena nato, allattandolo. Ecco la bellezza della vita che nasce e che ancora non sa quanto male è stato fatto sul luogo che va ad abitare. Mentre, in un’altra opera dal titolo L’ultimo istante, troviamo il suo opposto ovvero la morte : un condannato a morte, con la veste a strisce, l’abito tipico degli ebrei deportati durante la Shoah. Ma i bambini ritornano protagonisti della mostra, come nell’opera Quale futuro, l’artista si focalizza su ciò che è più scomodo da ammettere: l’ingiustizia che condanna la vita di un infante,ovvero la sua povertà. Il coraggio di raccontare ogni sfumatura dell’uomo, dalla bellezza della nascita, alle ingiustizie della vita, fino alla morte atroce per volere di chi esercita del potere, è questo il senso di questa mostra di Tolosa, che fa suoi il bianco ed il nero, e tra le trame delle tele traspare la speranza che si nutra di riflessione e anche di dolore, per quello che hanno patito gli altri. La mostra resterà visibile fino all’11 gennaio.