Ciro Esposito aveva 29 anni quando è stato ucciso il 3 maggio del 2014 allo Stadio Olimpico di Roma durante la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina. Ciro è stato vittima di un agguato messo in atto nei confronti dei napoletani, a sparare quello giorno nei suoi confronti è stato Daniele De Santis, ultrà romanista e vicino ai movimenti neofascisti.
Ciro è morto dopo 52 giorni di agonia, nel mentre i media hanno iniziato a macchiare la sua storia. Come spesso accade in queste situazioni la disinformazione e i luoghi comuni vengono affibbiati in maniera superficiale e senza conoscere la realtà dei fatti. Ciro era nato e cresciuto a Scampia e di conseguenza per l’opinione pubblica era da etichettare come un criminale. Ma Ciro non era nulla di tutto questo, era un semplice ragazzo, innamorato della sua città e della sua squadra e dal carattere buono e altruista. Queste sue ultime caratteristiche l’hanno accompagnato fino alla sua morte. Ciro infatti quel giorno, ascoltando le urla dei bambini, si avvicinò al pullman in cui si stava verificando l’assalto, ma Daniele De Santis inizia a sparare e colpisce Ciro con due proiettili, uno al lato destro del torace, l’altro alla mano sinistra.
Ciro però quel giorno non è morto. La sua memoria è custodita nell’associazione che prende il suo nome che ha sede proprio a Scampia. L’associazione, in nome di Ciro, crea una serie di eventi e iniziative per tenere sempre vivo il suo ricordo e per far sì che tragedie del genere non accadano mai più. Ma questo non basta se la giustizia non fa il suo percorso.
Inizialmente la giustizia prese forma quando Daniele de Santis venne condannato dai giudici della Corte d’Appello a 26 anni di reclusione. Nel processo del 27 giugno 2017 è stato chiesto uno sconto di pena da 26 a 20 anni in quanto il procuratore generale non riconosce l’aggravante dei futili motivi e di conseguenza “il fatto non sussiste”. Ma non finisce qua, perché secondo i giudici Ciro Esposito è stato ucciso per una “bravata”.
Quello che emerge in questo processo è la totale assenza di giustizia, per tale motivo l’associazione Ciro Vive ha lanciato una petizione in cui si fa appello al presidente della Repubblica Mattarella di intervenire in merito alla vicenda e chiedere un giusto ed equo processo. L’associazione sta creando dei punti di raccolta firme per la città, la prossima sarà oggi a partire dalle ore 17:00 nei pressi dello Stadio San Paolo.