Torre Annunziata. Era appena entrato il nuovo anno, il 2007. La famiglia Veropalumbo era unita intorno alla tavola per festeggiare l’inizio di un nuovo anno fino a quando un proiettile vacante arrivò all’abitazione e colpì al cuore di Giuseppe. Inutili furono i soccorsi, Giuseppe morì sul colpo. Sono passati 10 anni dalla morte di Veropalumbo ma i responsabili non sono stati ancora identificati.
La moglie, Carmela Sermino insieme alla figlia, che all’epoca dei fatti aveva solo 14 mesi, hanno portato avanti un percorso di memoria e di sensibilizzazione alla legalità. Carmela, molto attiva nel sociale, opera e si impegna contro la camorra attraverso il coordinamento familiari delle vittime innocenti.
Sabato 16 dicembre verrà inaugurata la sede dell’associazione “Giuseppe Veropalumbo” in un immobile confiscato alla criminalità organizzata in via Vittorio Veneto, 390. Era la casa di Aldo Agretti, cugino di Aldo Gionta e nipote del boss Valentino Gionta. Un’altra stanza dell’appartamento verrà intitolata alla guardia giurata Gaetano Montanino, ucciso il 4 agosto del 2009 durante una sparatoria avvenuta in piazza Mercato. Sabato sarà presente, infatti, anche la moglie di Montanino, Luciana Di Mauro. “Insieme per ricordare chi è caduto ingiustamente per mano della violenza mafiosa – scrive Carmela Sermino – e ribadire forte la nostra determinazione a osteggiare pacificamente qualsiasi forma di prevaricazione.”
Qualche giorno dopo, il 19 dicembre a partire dalle ore 9.30, in memoria di Giuseppe è stato organizzato un triangolare di calcio tra Savoia, Afronapoli e l’ordine dei Giornalisti che si svolgerà allo stadio Giraud situato in piazzale Gargiulo, a Torre Annunziata. All’evento parteciperanno i cittadini, le associazioni e le scuole con gli alunni e i docenti.
“Scuole, cittadini, giovani, vecchie glorie del Savoia tutti insieme per testimoniare solidarietà alle famiglie delle vittime innocenti di camorra in nome della legalità e della giustizia – dichiara la vedova Veropalumbo – Un’occasione per stare insieme , per credere in un domani migliore a dieci anni dall’assurda morte di mio marito Peppe.”