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Accademia: il futuro nell’Alta Formazione

L’Accademia di Belle Arti di Napoli, fondata da Carlo di Borbone nel 1752, è una fra le più antiche e rappresentative d’Italia è riferimento per la formazione di giovani artisti, luogo d’incontro e di propulsione culturale.

Intere generazioni di artisti sin dall’Ottocento si sono formate in questa prestigiosa istituzione, che può vantare una grande ed importante raccolta di opere di grandi Maestri dell’epoca (Domenico Morelli, i fratelli Palizzi, Michele Cammarano, Giuseppe De Nittis, Gabriele Smargiassi, solo per citarne alcuni). A partire dalla Riforma 508 del 1999, le Accademie erogano titoli di Alta Formazione equiparati a tutti gli effetti alle Lauree universitarie, offrendo agli studenti una formazione che coniuga il sapere teorico con quello laboratoriale, nella convinzione che non può esserci creatività e innovazione senza cultura e conoscenza.

L’Accademia partenopea è oggi proiettata verso il futuro per rispondere sempre meglio alla sua mission istituzionale nei campi della didattica, della ricerca, della sperimentazione, dell’innovazione e della produzione artistica. Tutto ciò grazie anche ai sempre più stretti rapporti con istituzioni pubbliche e private e, soprattutto, al grande ampliamento dell’offerta formativa, articolata oggi di tre dipartimenti: Arti Visive, Progettazione e arti applicate, Comunicazione e didattica dell’arte.

L’Accademia di Napoli offre 11 corsi di diploma accademico di I livello, e 9 corsi di diploma accademico di II livello. Inoltre, dall’anno accademico 2011/12, è attivo il quinquennio a ciclo unico in Restauro, con tre percorsi formativi professionalizzanti, abilitante alla professione di Restauratore di Beni Culturali. La Scuola di Restauro dell’Accademia di Napoli è una tra le prime istituzioni italiane ad essere stata accreditata dalla Commissione MIBACMIUR.

L’Accademia di Belle Arti di Napoli partecipa al Progetto Erasmus ed è collegata a molte università di Spagna, Germania, Francia, Polonia, Inghilterra, Lettonia, Repubblica Ceca ed Ungheria, recentemente inserite nell’ambito del progetto. A partire da quest’anno accademico, potrà vantarsi di garantire ai propri studenti Erasmus il diploma Supplement Label Aword con il quale è stata recentemente premiata a Roma unica Accademia italiana in possesso di tale titolo per l’anno 2012 insieme ai Conservatori di Musica di Salerno, Bologna e Trento. L’Accademia partecipa inoltre al Progetto ministeriale TURANDOT, nato nel 2009 con l’intento di incrementare le opportunità di studio in Italia per gli studenti cinesi. Il programma, riguardante le arti, la musica e il design rende possibile agli allievi cinesi l’iscrizione nelle Istituzioni accademiche italiane di Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM). A Napoli attualmente sono iscritti oltre duecento allievi cinesi tra i corsi di I e II livello. L’Accademia di Napoli  forma circa duemilatrecento studenti l’anno, provenienti non solo dalla Campania, e conta una significativa presenza di studenti stranieri.

Intervisto il nuovo direttore dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, Aurora Spinosa, storica dell’arte, docente e curatrice della Galleria dell’Accademia, personalità di spicco di quel mondo culturale napoletano, impegnata da sempre per il rilancio culturale dell’Arte nel nostro Paese è capace di guardare al futuro con la necessaria apertura verso nuovi percorsi.

La sua idea è quella di restituire nuova eccellenza agli studi di tipo artistico, declinando in modo sempre più innovativo la tradizionale componente “laboratoriale”, o se si preferisce sperimentale, da valorizzare nel senso proprio di una ricerca che superi fase della verifica di tipo teorico. Tale principio trova peraltro riscontro in quanto dichiarato di recente dall’Anvur nell’ambito del Rapporto sullo Stato dell’Università e della Ricerca in Italia, in riferimento alle specificità dell’Alta Formazione Artistica.

 Direttore può spiegarci la differenza tra la formazione dell’Università e quella dell’Accademia?

«La specificità delle accademie è la produzione associata ad un idea di ricerca nella quale la teoria è specchio concreto del pensiero ed il sapere sarà sempre di tipo “tecnico- logico” cioè una conoscenza il cui lato pratico è inseparabile dall’insegnamento teorico. Infatti, senza i dovuti distinguo, può risultare spesso limitativo accomunare le Università e le Accademie, perché non si possono fare facili paragoni. La sostanziale differenza che esiste tra le due istituzioni è che gli studenti delle Accademie, alla fine del proprio percorso formativo, esprimono competenze professionali già pienamente utilizzabili sul mercato del lavoro, e questo costituisce un importante valore aggiunto rispetto alla tradizionale formazione universitaria, dove s’insegnano metodo e capacità di analisi, ma si rimanda l’apprendimento delle capacità operative alla fase successiva all’inserimento lavorativo.»

 A suo parere come può l’arte trasformare il malessere della società in benessere ?

 «Si può, cominciando dal comunicare in maniera più semplice e diretta, coinvolgendo ed interessando chiunque si avvicini all’arte in modo da renderlo protagonista.»

 Direttore quale nuovo obiettivo si è prefissato di raggiungere per il seguente anno?

«La mia utopia è di educare all’arte come metodo, facendone frutto di una scelta di vita. A mio avviso dovrebbe essere obbligatorio proporla sin dalle prime classi di scuola come base del processo di crescita culturale e sociale dell’individuo. Nello specifico, in Accademia vorrei “fare rete”, costruendo una istituzione in cui tutti condividano un obiettivo comune senza una visione verticistica dell’istituzione, stabilendo una relazione di continuità, come in un domino, con un filo diretto tra direttore e docenti, tra docenti e allievi, per utilizzare al meglio le risorse umane ed economiche, al fine di ottenere il massimo risultato produttivo da parte l’Accademia.»

 A conferma dello stesso stile di pensiero, che accomuna il team dell’Accademia, è stato intervistato anche il Presidente del Consiglio di amministrazione dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, il professore Sergio Sciarelli, dal 1974 ordinario di Economia e Gestione delle Imprese nell’Università degli Studi di Napoli Federico II, che afferma: “Ricevere l’incarico di guidare un’Accademia di Belle Arti come quella di Napoli, il cui ruolo di leadership in Italia poggia sulla potenzialità delle strutture e su un’offerta didattica che spazia dal classico al moderno al contemporaneo, mi riempie di orgoglio e di entusiasmo per la grande responsabilità e l’impegno da assicurare non solo per completare i progetti da realizzare, ma anche per fare conoscere sempre più diffusamente questo gioiello dell’arte e dell’edilizia monumentale napoletana”.

 Professore lei presiede l’Accademia di Belle Arti di Napoli, ritiene che sia identificabile come un modello d’impresa?

«Questo è sicuro, Io sono un fautore dell’aziendalizzazione e ritengo che riportare tutte le organizzazioni ad un regime aziendale con un equilibrio dei conti sia comunque un fatto positivo, perché significa efficienza. L’Accademia delle Belle Arti vanta una situazione finanziaria favorevole e ci sono progetti da completare prima che finisca il mio mandato quale la ristrutturazione degli uffici amministrativi, ed il completamento delle facciate per riportarle agli splendori originari.»

 Oggi l’arte può essere considerata come sinonimo d’investimento?

«Certamente, non solo l’Arte è occasione d’investimento ma l’Arte è patrimonio, non è soltanto qualche cosa in cui investire ma è un investimento da sfruttare. Questo Paese ne ha tanta di arte purtroppo poco valutata.»

 Quale può essere un modo per sfruttare l’Arte al meglio?

«Avere un patrimonio artistico come il nostro, unico nel mondo, dovrebbe essere il primo richiamo tra i vari segmenti di turismo incoraggiando appunto il turismo culturale, prendendo ad esempio lo stile anglosassone americano, cioè museo gratuito reso accessibile a tutti per un’occasione anche ludica e non solo culturale. Per ritornare al significato di aziendalizzazione, si possono incrementare le finanze con la commercializzazione, dal merchandising ai ristoranti, presenti negli stessi musei.»

 Come economista, secondo lei, quali corsi, all’interno dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli, ha più possibilità di inserirsi sul mercato del lavoro?

«Tutte le nuove professionalità che riguardano l’applicazione delle tecnologie informatiche, grafici, pubblicitari e artefici della comunicazione in ogni settore ma anche scenografia ed arti tradizionali.  ritengo che chi ha padronanza dello strumento informatico riesce sicuramente ad avere una marcia in più rispetto agli altri.»

 Conclusi questi due esplicativi ed interessanti incontri con i maggiori esponenti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, termino il mio viaggio nel mondo dell’Arte con una citazione a me molto cara di A. Einstein “L’immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata, l’immaginazione abbraccia il mondo”.

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