Sabato 23 dicembre , il cardinale Gianfranco Ravasi ha celebrato la tradizionale S. Messa di questo S. Natale nella Chiesa milanese di Santa Francesca Romana. La funzione e’ stata preceduta da un concerto d’arpa e di cetra con brani di musica medioevale.
Mons. Ravasi suole sempre ricordare, con sentimento nostalgico, la citta’ di Milano, la sua “citta’ per eccellenza”, richiamando l’evocazione, che ricorre all’inizio del poema omerico, di Odisseo che sognava di rivedere il fumo uscire di sera dai camini della sua Itaca.
Quando torna nella “piccola” Milano (piccola rispetto alle megalopoli anonime che visita per motivi legati al suo alto incarico) si trova a casa: Milano con la sua nebbia, il suo odore, la sua atmosfera, le strette vie del centro, il traffico, il ritmo di vita che a noi talvolta sembrano insopportabili, ma che sono più che accettabili rispetto ad altre realtà metropolitane; perché qui si riconosce ancora la gente per strada, dove si saluta e si ricevono saluti. Sopravvive nel cuore della città lo spirito della visita di Maria a Elisabetta, di Betlemme, piccola città simbolo di pace oggi imprigionata da un muro.
Milano accorre a salutare l’eminente uomo di cultura, amato ed apprezzato per gli innumerevoli dialoghi tra il mondo cattolico e quello laico e di altre religioni sui temi più sensibili.
Nella sua omelia, che vuole essere un saluto ai parrocchiani di don Marco ed ai numerosi suoi fedeli amici presenti, il Presule muove da Dio per arrivare all’amore e nel discorso segue un itinerario che tocca alcuni punti: la famiglia, la coppia, specchio dell’amore di Dio.
Inizialmente si richiama alla vicenda terrena di Santa Francesca Romana, cui e’ dedicata la Chiesa.
Una donna che incarna l’immagine della famiglia.
La coppia e’ la base della famiglia, della casa, ed i figli ne sono le colonne.
Nella Bibbia dopo la parola “Dio”, Jahve’ (6500 volte) quella che maggiorrmente ricorre e’ appunto “figlio” ( 4.000 volte ).
In una poesia Luis Borges immagina di attraversare la citta’ al calar della sera e di vedere accendersi una dopo l’altra le luci alle finestre.
Pensando all’umanita’ che sta dentro quelle case, dietro quelle finestre, si chiede, con evidente metafora, se quelle luci illuminano o
semplicemente bruciano energia.
In una sua lirica, madre Teresa di Calcutta, inanella, quasi in un ideale rosario, cinque momenti dello spirito concatenati tra loro: l’incontro che genera il confronto; questo produce dialogo dal quale scaturiscono le buone idee, e dalle buone idee nasce l’amore.
Il Card. Ravasi ha fondato il Cortile dei Gentili, “luogo ove si cercano percorsi comuni, senza scorciatoie, ma anche senza diversivi e dispersioni, ove l’ascolto è specifico, pur nella differenza delle prospettive.
Lo scrittore cattolico francese, Pierre Reverdey, e’ convinto che “ci sono atei feroci che si interessano di Dio più di certi credenti frivoli e leggeri” e “credenti che si interessano dell’uomo e del mondo più di certi atei banali e sarcastici”.
Mons. Ravasi è ricordato dai milanesi, in particolare per il prestigioso ruolo svolto quale Prefetto della Biblioteca Ambrosiana, uno dei massimi centri culturali di Milano e del Paese.
Achille Colombo Clerici