LO SLIDING DOORS BENITEZIANO
Una canzone racconta come nel caso di Rafa Benitez ci voglia “calma e sangue freddo”, anche nel dare giudizi spesse volte troppo affrettati . Sicuramente quel rigore sbagliato di Higuain all’ultima fratricida sfida di campionato contro la Lazio e gli indimenticabili errori al San Paolo dello stesso attaccante argentino nella seminifinale europea contro il Dnipro rendono l’idea di come la descrizione di attimi possano cambiare destini, panchine e umori trasversali.
Da un probabile 3 posto con qualificazione Champions e finale di Europa League, il tecnico madrileno di comprovata matrice internazionale anche di titoli, si ritrova sbeffeggiato e massacrato dalla stampa e media italiani per le sue continue esternazioni contro il sistema calcio italico(la sua famosa frase “ci puo’ stare” e’ un must su youtube, per non dimenticare le domande che la D’amico e Mauro di Sky gli rivolgevano in modo strategicamente studiato per aizzare i toni e audience).
I MERITI DEL TECNICO MADRILENO: “SIN PRISA, SIN PAUSA”
Ma ricordiamolo, l’eta’ beniteziana incomincia e finisce..per alcuni con il suo capolavoro: aver portato fior di campioni in una societa’ ancora sotto choc per la cessione di Cavani, aver internazionalizzato con un sistema di gioco propositivo e non speculativo il gioco degli azzurri, catapultati da uno speculativo 3-5-2 mazzarriano con l’anarchico Lavezzi, ad un centrocampo a 2 che sara’ la croce e delizia del tecnico spagnolo; aver fatto le fortune del talentuoso ma diseducato tatticamente Insigne,
trasformandolo da mezza punta di poca efficacia per il campionato di serie A, in un esterno moderno ricercato dai piu’ grandi club internazionali, capace di attuare sia la fase difensiva che offensiva in modo efficace; scovare in Francia il semi-sconosciuto Koulibaly grezzo e ancora acerbo, ora denominato il Thouram degli anni 2000 e chiaramente una rosa largamente inferiore soprattutto nel centrocampo rispetto a quella a dispozione attualmente di Mister Sarri.
I SUOI ERRORI: DALLE FUGHE NELLA SUA LIVERPOOL ALL’EQUIVOCO RAFAEL
Anche l’ex tecnico azzurro, non e’ immune da colpe, anzi tantissime; non essere riuscito a valorizzare un talento come Jorginho in un centrocampo a 2 troppo faticato per l’italo-brasiliano, fase difensiva con troppe distrazioni individuali, non dare valore al gruppo come invece Sarri fa attualmente con lo spogliatoio (famose le sue fughe a Liverpool dalla sua famiglia nel secondo anno),
fin troppo aziendale nel puntare sul Portiere Rafael inadeguato per questioni caratteriali in un campionato altamente snervante come quello italiano.
LE DICHIARAZIONI DI PECCHIA
Pecchia il suo secondo all’epoca dei suoi trascorsi azzurri e attuale tecnico del Verona, prossimo avversario del Napoli descrive in poche parole il lavoro svolto da Benitez: “Ora è come dimenticato perché con Sarri si gioca un calcio spettacolare. Rafa ha vinto due titoli e non dimentichiamo che 8/11 dei titolari sono stati voluti da Rafa e da quei dirigenti”.
Queste parole suonano come una certificazione del buon lavoro di Rafael Benitez, poiche’ Coppa Italia e Supercoppa Italiana sono stati vinti con Gargano e David Lopez, sicuramente non pezzi da novanta, onesti lavoratori volti a confermare quanto di buono fatto dal tecnico madrileno.
QUANTE ANALOGIE TRA SCHUMI E RAFA
Per rendere l’idea del lavoro Sarriano con le dovute proporzioni potremmo fare dei collegamenti con la Formula 1 dove recentemente l’ex ingegnere della Ferrari Mazzola, ha reso dichiarazioni sorprendenti (ma non per gli addetti ai lavori), del lavoro svolto dal grande e sfortunato pilota tedesco Michael Shumacher, vincitore di 7 titoli mondiali, all’epoca del suo ritorno con scarsi risultati alle corse dal 2010 al 2012 nella scuderia Mercedes, ora dominatrice dei mondiali con Lewis Hamilton:
“Oggi le Frecce d’argento non sarebbero così dominanti se non avessero avuto lui”. Queste frasi stanno a testimoniare che anche lo stesso Sarri e non volendo sminuire l’enorme e magnifico lavoro svolto in questi anni, ha beneficiato del lavoro di Benitez seppur incompleto, ma enorme per quanto riguarda l’intelaiatura della squadra che ricordiamolo incompleta come rosa all’epoca beniteziana.