Un viaggio fotografico tra vari paesi ed epoche, svelato dall’obiettivo di un grande fotografo sempre fedele ai principi che hanno guidato la sua vita e il suo percorso artistico. Che ha vissuto il distacco come condizione essenziale per la libertà e la libertà come condizione per la sua creazione artistica.
Inaugura giovedì 18 gennaio alle ore 18.30, presso la Sala Dalì dell’Instituto Cervantes di Roma, la mostra “Errancia y fotografía. Il mondo ispanico di Jesse A. Fernández”. L’esposizione raccoglie 135 istantanee di uno dei maggiori ritrattisti di intellettuali e artisti del 900, attraverso le immagini che ha catturato con la sua macchina fotografica in oltre trent’anni di «vagabondaggio ispanico», tra il 1952 e il 1986. Al vernissage, in programma giovedì 18 gennaio alla Sala Dalì, alle ore 18.30, interverranno France Mazin Fernández, vedova del fotografo cubano, Fernando Castillo, curatore della mostra e Juan Carlos Reche, direttore dell’Instituto Cervantes di Roma. Il giorno seguente (19 gennaio), nella stessa sala di piazza Navona invece, è in programma una conferenza introdotta da Castillo dedicata al lavoro di Fernández, fotografo personale di Fidel Castro.
Nato a Cuba, figlio di genitori asturiani, Jesús Antonio Fernández Martínez (L’Avana, 1925 – Parigi, 1986) ha condotto una vita itinerante testimoniata dai volti e i luoghi che ha ritratto nei suoi scatti. La mostra, infatti, è organizzata in nove sezioni che raccontano la sua permanenza in altrettanti luoghi simbolo della sua vista: Colombia, Guatemala, Messico, New York, L’Avana, Porto Rico, Madrid, Parigi e Palermo.
“Errancia y fotografía” permette di conoscere la prolifica galleria di ritratti che il fotografo e pittore cubano ha realizzato con importanti protagonisti della seconda metà del XX secolo. Tra questi, Guillermo Cabrera Infante (il suo grande amico), Severo Sarduy, Vargas Llosa, Gabriel Garcia Màrquez, Alfonso Reyes, Borges, Octavio Paz, Carlos Fuentes, Cortázar, Lezama Lima, Wifredo Lam, Roa Bastos, Rulfo, Onetti, Carpentier. Senza dimenticare le più importanti figure della cultura e dell’arte spagnola: Dalí, Miró, José Bergamín, Antonio Saura, Chillida,Tàpies, Buñuel, Max Aub, Juan Goytisolo, Delibes, Alberti, Cela, Buero Vallejo, Pau Casals o Carmen Amaya.
Molte delle fotografie esposte sono famose e iconiche, altri scatti, invece, meno noti o addirittura inediti. Ma tutti con un unico comun denominatore a far da collante: l’ispanismo. A completare l’esposizione, anche una dozzina di documenti e pubblicazioni e il cortometraggio, “PM” di Sabá Cabrera Infante e Orlando Jiménez Leal.
La mostra, visitabile gratuitamente all’Instituto Cervantes di Roma, in piazza Navona 91, fino al 3 marzo 2018 (dal mercoledì al sabato dalle 16 alle 20), è stata inaugurata in Spagna – lo scorso ottobre a Madrid – e nel corso del prossimo biennio verrà esposta anche a Parigi, New York, Chicago, Palermo, Francoforte e Berlino.