“Altre tempeste possono sferzare queste coste e, nella vita dei figli di queste terre, hanno effetti devastanti. Tempeste che ci interpellano anche come comunità e mettono in gioco il valore del nostro spirito. Si chiamano violenza organizzata, come il ‘sicariato’ e l’insicurezza che esso crea”. Così si esprime papa Francesco nella messa a Trujillo, in Perù, dove partecipano 200mila persone, e ha aggiunto che: “La mancanza di opportunità educative e di lavoro, specialmente tra i più giovani, che impedisce loro di costruire un futuro con dignità; la mancanza di un alloggio sicuro per tante famiglie costrette a vivere in zone ad alta instabilità e senza accessi sicuri; come pure tante altre situazioni che voi conoscete e soffrite, che come le peggiori inondazioni abbattono la mutua fiducia, tanto necessaria per costruire una rete di sostegno e di speranza. Inondazioni che investono l’anima e reclamano da noi l’olio che abbiamo per farvi fronte. Voglio dirvi : non c’è altra via d’uscita migliore di quella del Vangelo, e si chiama Gesù Cristo. Riempite sempre la vostra vita di Vangelo. Con Gesù l’anima di questo popolo di Trujillo potrà continuare a chiamarsi ‘la città dell’eterna primavera’ perché con Lui tutto diventa occasione di speranza”.Un gruppo di studenti in rappresentanza dei più di 200 giovani di 34 scuole pubbliche, private, religiose e laiche del Perù che hanno partecipato ai programmi di Scholas Ciudadania nel Paese avranno un incontro privato con papa Francesco a Trujillo. Questi ragazzi, in vacanza scolastica, hanno preso parte ai programmi di Scholas Cittadinanza per due settimane, tra il 4 e il 12 gennaio, infatti Scholas Occurrentes firmerà un accordo col Ministero della Pubblica Istruzione del Perù per continuare il lavoro di integrazione e di pace con studenti di altre regioni e per quello avrà il supporto dell’Idb.