L’Antitrust ha effettuato una sanzione da 50.000 euro a WhatsApp, per non aver dato esecuzione all’ordine di pubblicazione del provvedimento con il quale è stata accertata la vessatorietà di alcune clausole dei Termini di Utilizzo dell’applicazione WhatsApp Messenger.Tra le clausole, a suo tempo qualificate come vessatorie, la facoltà di modifiche unilaterali del contratto da parte della società, il diritto di recesso stabilito unicamente a vantaggio del professionista. “Siamo alle comiche! Una multa a dir poco ridicola” ha affermato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.Le altre clausole di WhatsApp considerate vessatorie sono le esclusioni e le limitazioni di responsabilità a suo favore, le interruzioni ingiustificate del servizio, la scelta del foro competente sulle controversie (ad oggi esclusivamente individuato presso tribunali americani). Inoltre, l’Autorità precisa che i 50.000 che WhatsApp dovrà pagare sono il massimo edittale di sanzione attualmente stabilito dalla normativa per l’inottemperanza ai provvedimenti di accertamento della vessatorietà.