“Tornare a riproporre La Canzone di Zeza, significa non solo ricollegarsi a un frammento di tradizione abbandonato dalla città (a differenza dell’entroterra dove è ancora vivo, atteso e seguito), ma soprattutto riscoprire il valore catartico e liberatorio proprio del carnevale e di tutte le feste popolari, oggi particolarmente utile e necessario per la sua peculiare carica di ribellione e di ironia”, dichiara l’assessore Nino Daniele.La Canzone di Zeza, tradizionale “farsa” popolare carnevalesca è nata intorno al 1600 anche se datarla sembra piuttosto difficile per via dei suoi riferimenti alle antiche farse avellane – fu vietata più volte nel corso dei secoli per le strade di Napoli, tra gli altri, dal regime fascista, che impediva di comparire per le strade mascherati, e forse anche per i suoi contenuti “rivoluzionari”. La canzone è stata trasmessa il 13 febbraio, giorno di carnevale, alle ore alle 14.30 da via dei Tribunali (ospedale Pace-Piazzetta Cardinale Riario Sforza) per percorrere via Nilo, Piazzetta Nilo, via Benedetto Croce, Piazza S. Domenico Maggiore, Piazza del Gesù, via Benedetto Croce, Piazzetta Nilo, via San Biagio dei Librai, via San Gregorio Armeno, Piazza San Gaetano, via dei Tribunali, Piazzetta Cardinale Riario Sforza. I turisti sono stati affascinati dalle note popolari che circolavano nell’aria, attratti dalle maschere, dai coriandoli, dai profumi delle chiacchiere, dal buon cibo e dai tanti pulcinella che hanno colorato il carnevale napoletano. Era da oltre mezzo secolo che il Centro Storico di Napoli non vedeva rappresentata l’antica “commedia popolare di strada” come “La Canzone di Zeza” .