«Di Maio per chi dà indicazione di voto in quei collegi dove ci sono i candidati che lui ha definito non degni di rappresentare il M5S?». Lo ha chiesto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, intervenendo a Giugliano ad un convengo sui temi della Giustizia promosso dalla sezione del Pd rispondendo ad una domanda dei giornalisti sulla vicenda della mancata restituzione di parte dello stipendio di alcuni parlamentari Cinque Stelle. «Questa è una curiosità che mi è venuta e che hanno sicuramente anche gli elettori del M5S», ha proseguito Orlando.”In questo momento sembra che l’unico problema del Paese sia la sicurezza. Invece in questi giorni dobbiamo parlare di programmi e di quello che vogliamo fare”. Queste le parole di Andrea Orlando, ministro della Giustizia, a margine di un incontro elettorale a sostegno del candidato PD a Napoli Marco Rossi Doria, a Napoli, dove si parlato di diseguaglianze sociali e giustizia., con testimonianze di padre Fabrizio Valletti e Cesare Moreno. Il tema centrale la scuola, la prevenzione e le risposte educative da mettere in campo.
Anche Orlando crede molto nell’efficacia delle risposte educative. Più maestri di strada, più centri di aggregazione nei singoli quartieri e in più aree di Napoli, in aggiunta alla maggiore efficacia delle repressione. Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, dice la sua sull’allarme per l’azione ripetuta di violente bande giovanili. «Bisogna trovare strumenti di carattere alternativo e correttivo». Il ministro pensa ad interventi sul codice per i minori, magari con l’abbassamento dell’età imputabile a sotto i 14 anni? No, anche Andrea Orlando, così come il ministro dell’Interno, Marco Minniti, e il procuratore capo presso il tribunale per i minori di Napoli, Maria De Luzenberger, non pensa sia questo un rimedio efficace e praticabile. E ne spiega la ragione, dal suo punto di vista, con un’immagine-paradosso: «Non vorrei che poi, tra qualche anno, ci si trovasse a discutere se un bambino di otto anni sia capace di intendere e di volere, anche perché la risposta sarebbe ovviamente negativa».
Il sistema di norme della giustizia minorile viene quindi difeso dal ministro Orlando, che punta invece il dito sulle responsabilità delle famiglie. E aggiunge: «Bisognerà trovare il modo di allontanare dalle famiglie i minori che crescono in contesti più difficili». Questo significa non solo la possibilità, sostenuta dal ministro Minniti, che con regole precise inserite in un protocollo formale si possa togliere la potestà genitoriale a padri e madri coinvolti in inchieste di camorra, ma anche la possibilità di trovare il modo di sottrarre alla strada e alle famiglie i ragazzi a rischio, offrendo loro ipotesi di strutture e progetti educativi.