I fondi europei del ‘Grande progetto Pompei’ per il restauro e la messa in sicurezza sono ben spesi e il mondo prende lezioni. Otto anni fa il crollo della Schola Armaturarum aveva portato all’attenzione del mondo intero le fragilità del patrimonio Unesco, diventato tale per essere stato custodito attraverso i millenni dalla coltre di lava e lapilli della devastante eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.
Così, il crollo della Schola Armaturarum divenne un richiamo alla responsabilità per l’Europa intera che stanziò fondi straordinari per salvare questa valle unica della storia dell’umanità. Il Progetto per la tutela e la valorizzazione dell’area archeologica di Pompei (Grande Progetto Pompei) è stato finanziato dalla Commissione Europea a partire dal 26 gennaio 2012 quale Grande Progetto Comunitario finanziato dalle risorse del Programma Operativo Interregionale Attrattori culturali, naturali e turismo FESR 2007-2013 (POiN) e in seguito dalle risorse del Programma Operativo Nazionale Cultura e Sviluppo FESR 2014-2020 (PON). Senza questa intesa, aggiunge il direttore del Parco, “non si sarebbe riusciti a gestire un patrimonio di così grande valore e in maniera così proporzionata alle esigenze, riuscendo a finalizzare gli interventi”. Una attività di “salvaguardia e valorizzazione che è stata premiata dall’incremento dei visitatori che quest’anno hanno sfiorato i 3 milioni e 500 mila, con un 8% in più rispetto allo scorso anno. Un successo per gli scavi, ma con un’importante ricaduta sul territorio, che inevitabilmente beneficia della maggiore presenza di turisti, e dunque sul suo rilancio”.