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ERRORI E BUGIE SULLA STORIA DI NAPOLI

Finalmente a giorni potremo leggere l’ultima fatica letteraria di Achille della Ragione, un autore che definire prolifico è un eufemismo, infatti si tratta del suo libro numero 105 ed era atteso da tempo, perché mette in risalto tutta una serie di imprecisioni, di errori madornali e di boiate pazzesche.

Libri sulla storia di Napoli e sulla napoletanità ne esistono a migliaia e se ne continuano a stampare senza sosta. Molti, innamorati della città, si improvvisano scrittori, copiando da precedenti pubblicazioni ed aumentando oltre misura il numero dei volumi dedicato all’argomento. Tanti illustri sconosciuti che cercano di aggiungersi a nomi famosi ed autorevoli quali Vittorio Paliotti, Aurelio De Rose e Pietro Gargano. Ma anche questi ultimi non sono immuni da errori e scopo di questo prezioso volume è quello di mettere in luce una serie di inesattezze, se non vere e proprie castronerie, che si raccontano sulla storia di Napoli e dei Napoletani.

Cadono miti consolidati riguardanti il prodigio del sangue di San Gennaro e le macchine anatomiche conservate nella Cappella del Cristo velato.Si conosce la vera storia della sfogliatella e perché la celebre pizza margherita ha questo nome, sapremo le esatte generalità della misteriosa Elena Ferrante e cosa successe nel carcere piemontese di Fenestrelle dopo l’Unità d’Italia.

A fronte di miti che cadono, vengono messi in risalto tanti record misconosciuti, a parte i già noti primati acquisiti dalla città durante il periodo borbonico.

A Napoli nasce il futurismo, il cinema, la televisione privata e tante altre cose.

Prefazione 

Ho cominciato a scrivere questo libro nel 2015, proseguendo a rilento perché preso continuamente da altre idee da trasfondere sulla carta stampata. Alcuni passaggi hanno cominciato a comparire sui giornali, soprattutto su Il Mattino ed hanno sviluppato grande interesse, non solo tra i lettori, ma anche e soprattutto tra gli specialisti, che mi hanno sollecitato a raccogliere in un volume tutto il materiale che negli anni avevo faticosamente raccolto, frequentando gli archivi e molto spesso attingendo al lavoro poco divulgato di colleghi napoletanisti.
Infine non sono riuscito più a resistere alle pressioni dell’editore, che si dice certo che il volume quando uscirà creerà una sorta di linea di demarcazione tra la storia di Napoli, prima e dopo la caduta di tanti falsi idoli,  ai quali si è creduto per secoli e finalmente la nostra amata città potrà entrare nella modernità.
Conoscere la vera storia della sfogliatella e della pizza margherita, correggere infinite date ed attribuzioni nella pittura del secolo d’oro, sapere con certezza che le macchine anatomiche della Cappella Sansevero sono artefatti, che il “miracolo” dello scioglimento del sangue di San Gennaro sotto la minaccia dei fucili del generale Championnet non è mai avvenuto, che la fondazione della prima università laica del mondo nel 1224 ad opera di Federico II è una bufala; conoscere in ogni dettaglio la vera storia del brigantaggio, del sacco edilizio,del Risanamento, della terra dei fuochi è quanto mai sconvolgente, come scoprire con orgoglio la nascita a Napoli del futurismo, del cinema, della televisione e di tante altre cose che tutti credono nate altrove.
La storia di Napoli è piena di errori madornali, tramandati anche da studiosi celebri come Benedetto Croce e Matilde Serao. Metterli in risalto non può essere imputato come un reato di lesa maestà, ma unicamente come una faticosa ricerca della verità.
Non resta che cominciare la lettura ed ai posteri l’ardua sentenza

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