Dopo il grande incremento avvenuto nel 2016 e nel 2017 grazie soprattutto agli incentivi contributivi, i contratti a tempo indeterminato nel 2017 diminuiscono e tornano a livello del 2014. Sono queste le nuove statistiche evidenziate dalle tabelle contenute nella Nota congiunta sull’occupazione di Istat, Ministero Lavoro Inps, Inail e Anpal secondo le quali nel 2017 le attivazioni a tempo indeterminato e le trasformazioni in rapporto di lavoro stabile sono state 2.220.000 con un calo del 10,77% rispetto al 2016 (2.488.000), anno nel quale c’erano ancora incentivi seppur ridotti.
Nell’ultimo trimestre dell’anno 2017 ,si è sottolineato il numero di attivazioni a tempo determinato raggiunge il livello massimo (1 milione 891 mila) della serie storica dal primo trimestre 2011.In maniera più approfondita , le attivazioni nel trimestre sono 2,336 milioni e le cessazioni 2,262 milioni (con un saldo di +75 mila posizioni).
Altro da prendere in considerazioni è quello legato al tasso di di occupazione destagionalizzato che è risultato pari al 58,1%, in crescita di un decimo di punto rispetto al trimestre precedente. Prendendo in considerazione l’ultimo decennio (2008-2017), il tasso aumenta di quasi tre punti percentuali rispetto al 55,4%, valore minimo del terzo trimestre 2013, “proseguendo nella tendenza al recupero dei livelli massimi pre-crisi” (58,8% nel secondo trimestre del 2008). E’ quanto si afferma nella nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione, pubblicata da Istat, ministero del Lavoro, Inps, Inail e Anpal. Il tasso di disoccupazione, ricorda la nota, nel quarto trimestre 2017 si è attestato all’11%.
Infine , ultimi dati da evidenziare sono quelli riguardanti il numero di lavoratori ‘a chiamata’ o ‘intermittenti’ nel quarto trimestre 2017 che continua a crescere, mettendo a segno un +69,2% rispetto allo stesso trimestre 2016, con un incremento assoluto di 89 mila unità, che li fa così passare da 128 mila a 217 mila in totale.