Dopo la fine della vicenda Corea del Nord che si è risolta, per modo di dire, con l’invito di Kim Jeong Un, presidente nordcoreano, a Trump con l’intenzione di denuclearizzare il paese asiatico, adesso il presidente americano pare aver messo nel mirino la Cina ed i suoi prodotti con l’annuncio sui nuovi dazi che colpiscono l’import dei beni cinesi. Le paure commerciali cominciano a sovvenire soprattutto dopo il tonfo della borsa newyorkese di Wall Street e i cali in quotazione di Tokyo e Shangai.
La Cina però manda un chiaro a segnale al Tycoon e agli Stati Uniti alzando barriere doganali su 128 prodotti americani per un totale netto di circa 3 miliardi di dollari, tutto questo si farebbe qualora non maturi l’accordo con Washington.
Il ministero del Commercio cinese, auspicando un passo indietro degli Usa per evitare di colpire “seriamente” i rapporti bilaterali e l’interscambio globale, ha spiegato in una nota che le misure all’import di prodotti Usa potrebbero essere adottate in due gruppi in mancanza di accordo, preannunciando l’ipotesi di ricorso ad azioni legali in linea con le norme del Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio.Tra i prodotti Usa nel mirino, ad esempio, ci sono carne di maiale, frutta, tubi di acciaio, scarti in alluminio, vino ed etanolo, il cui valore è stimato in circa 3 miliardi di dollari complessivi nei valori del 2017. I beni sarebbero divisi in due gruppi di cui uno sottoposto a dazi del 15%, alla stessa percentuale fissata dagli Usa sull’import di alluminio, e un secondo destinatario invece di un’aliquota al 25%, come nel caso delle misure Usa per l’acciaio.
L’Unione europea attende ancora la conferma ufficiale delle decisioni prese dagli Stati Uniti sui dazi e per questo ha rimandato a domani la diffusione delle conclusioni sul tema del commercio. Lo si è appreso al termine della prima giornata dei lavori del Consiglio Europeo.
Enrico Esente