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SI CHIAMA “OPEN STAGE” LA MOSTRA ITALIANA DI THOMPSON ALLA REGGIA DI CASERTA, TROPPO TIMIDO PER CHIEDERE ALLA GENTE DI POSARE PER LUI

Si intitola    “Open Stage”, la sua prima mostra italiana alla Reggia di Caserta dal 28 marzo al 4 giugno, mentre l’autore si chiama  Kyle Thompson considerato una star della fotografia americana, già a soli 26 anni. E’ la storia dei vincenti, di chi valica i propri limiti quella di Kyle, la storia di un ragazzo troppo timido per chiedere alle persone di mettersi in posa davanti alla sua macchina fotografia, e allora ci si mette lui stesso in posa. E’ lui stesso il soggetto della sa arte. Gabriela Galati, curatrice della rassegna, dichiara in merito: ” Kyle non ama parlare in pubblico. Si esprime con le sue fotografie seguendo un percorso tecnico e creativo sviluppato da solo, senza aver seguito maestri o scuole. Per questa mostra ha pensato a un progetto specifico di foto inedite del 2018, ad esclusione di un solo scatto del 2016. Un lavoro sul rapporto natura-spazio urbano-tematiche ambientali”. Ma vi è anche il vecchio e l’astratto nelle sue foto, come case abbandonate, foreste vuote, fiumi, laghi, sono gli scenari in cui l’ artista elabora le sue scene, intervenendo con fumo, effetti di luce e con oggetti della sua quotidianità o della sua storia e a tal proposito dichiara:  “Cerco queste riserve naturali per fare le mie messe in scena e mostrare come resistono all’ antropizzazione”.La natura ma anche i sogni sono una sua fonte di ispirazione per mostrare scene che destano mistero e innescano delle domande . In merito, l’artista spiega:”È così bello essere in grado di creare un momento che non è mai esistito. Qualcosa che è così reale, ma inventato. Puoi creare un momento che non è mai accaduto, ma che continua a vivere nel suo stesso stato immutabile, ed è una sensazione creativa che adoro”. L’artista è timido ma così pieno da straripare in colori e emozioni forti che ci guidano attraverso le sue illusioni e le storie che vuole raccontare, perchè a volte le parole sono così piccole di fronte all’immensità del vivere.

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