Il libro “L’arte contemporanea spiegata a mia nonna”, scritto da Alice Zannoni ed edito da Nfc Edizioni, si preannunciava già un successo prima della pubblicazione e, dopo la presentazione in anteprima nazionale a Bologna il 31 Gennaio 2018, il libro conferma le sue potenzialità riscuotendo un grande consenso tra il pubblico.L’ingrediente del successo di questo progetto è l’idea stessa che ha avuto l’autrice – spiegare l’arte contemporanea alla nonna novantunenne – sviluppandola con un approccio linguistico semplice e con stratagemmi metaforici che consentono anche al lettore meno preparato di poter comprendere i meccanismi dell’arte. A cominciare dal titolo – forte, semplice e chiaro – il racconto si snoda in un avvincente dialogo tra Alice e la nonna Zita che, alternando momenti di arte e di vita, porta il lettore a vivere una dimensione intima e familiare pur trattando nelle pagine argomenti piuttosto impegnativi. Ed è proprio l’equilibrio tra il carattere divulgativo e le note specialistiche che rendono questo libro adatto ad un amplio pubblico di lettori. L’arte contemporanea spiegata a mia nonna ha una doppia lettura. Prima di tutto, come dice il titolo, cerca di suggerire le basi per comprendere l’arte contemporanea, ma non si tratta di un manuale di storia dell’arte, né di un testo teorico, né di un saggio di estetica, piuttosto di un “kit di pronto intervento” per coloro che di arte non sanno nulla, un libro per dare una risposta non tanto a “che cosa è arte” ma al quesito “perché alcune cose sono arte”. Alice Zannoni, socio fondatore di SetUp, critico d’arte e curatore indipendente, ha abolito le etichette, le date e le biografie a favore di una spiegazione leggera e fruibile a tutti per mettere in luce soprattutto la genesi e la logica di funzionamento, affrontando in ogni capitolo una categoria estetica (tempo, bello, valore, memoria, ricordo, giudizio) alla quale ha abbinato un artista. Nonna e nipote rappresentano due momenti della vita estremamente diversi, giovinezza e senilità e l’arte contemporanea diviene la tela su cui si dipana il dialogo con estratti di racconti passati e riflessioni sul sistema dell’arte che compongono questo curioso e suggestivo progetto che si è sviluppato con lezioni vis à vis a casa della nonna in Veneto.Alice Zannoni fa sì che il lavoro diventi implicitamente anche una riflessione sul tempo che fa perno sull’arte come struttura portante di un confronto generazionale tra la nonna Zita, che a novantuno anni dice con convinzione che non vuole diventare vecchia perché vuole continuare a sapere “cose nuove”, e la nipote che di anni ne ha trentasei e tocca con mano il fatto che “la ruota gira”anche se resterà sempre la sua “toseta”, cioè la sua bambina.