Scampia, da sempre una terra povera ma inondata di idee buone che hanno come protagonista il calcio fra i ragazzi che popolano le Vele. Infatti dopo dodici anni, il popoloso quartiere delle ‘Vele’ in periferia ha di nuovo il suo stadio, dove la Commissione di vigilanza di Pubblico Spettacolo ha certificato per l'”Antonio Landieri, vittima innocente di camorra” la definitiva agibilità.
Per creare il terreno di gioco dello stadio, omologato per la Lega Nazionale Dilettanti e che potrà ospitare fino a 1300 spettatori, è stata usata la gomma proveniente dal riciclo di 10mila pneumatici, infatti a tal proposito, Apostolos Paipais, presidente della Municipalità ha dichiarato che: “E’ il risultato di una sinergia istituzionale tra l’Ottava Municipalità ed il Comune di Napoli che portato ad un importante risultato per questo territorio”. Mentre Alberto Patruno assessore al welfare e politiche giovanili dell’ottava Municipalità ha dichiarato: “Una struttura attesa dai ragazzi del quartiere a Nord di Napoli Alberto Patruno assessore al welfare e politiche giovanili dell’ottava Municipalità intitolata ad una altro ragazzo, Antonio, che nel 2004 fu ucciso per errore in un agguato con due colpi di pistola alla schiena”. Insomma tanto dolore in un quartiere che rivive attraverso il calcio, e attraverso le cose buone del calcio, i suoi valori importanti perchè lo stadio: «Sarà un luogo di legalità ed aggregazione per mille ragazzi del quartiere, per le loro famiglie e per chi, li aspettiamo, vorrà scoprire che Scampia non è più la periferia più malfamata d’Europa», questo è l’ l’obiettivo di Antonio Piccolo, fondatore e presidente di Arci Scampia, una scuola calcio che beneficerà dell’apertura del nuovo stadio intitolato ad Antonio Landieri, vittima innocente di camorra. Scampia, quindi, prova a rinascere più forte di prima volendosi, questa volta affermare come una periferia pulita che umilmente cerca di scrollarsi da dosso il marcio di anni e anni, di malaffare e cattiva politica. Perchè vi è una Scampia in ogni città e in ogni luogo di questa nostra maledetta terra.