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RENATO VALLANZASCA : I GIUDICI ADOPERANO UN RESPONSO NEGATIVO ALLA CONDIZIONALE

Per Renato Vallanzasca, il vero protagonista della cattiva vita  milanese degli anni ’70 e ’80 condannato a  ben 4 ergastoli e 296 anni di carcere, ha avuto negli ultimi anni una modifica perchè secondo la direzione della casa di reclusione di Bollate l’intellettuale ed emotivo non potrebbe progredire” continuando a stare in cella. E’ con queste motivazioni che sancita dalla direzione della casa di reclusione di Bollate, in una relazione firmata da un’equipe di esperti, decide  che  René’ possa essere data l’agognata  liberazione condizionale, ossia possa cessare di scontare la pena fuori dal carcere in regime di libertà controllata . Davanti ai giudici della Sorveglianza, ovvero il presidente Corti, relatore Gambitta,  ma anche  Vallanzasca ,  nel 2014 si vide revocare la semilibertà, ricevuta qualche anno prima, perché poi condannato a 10 mesi per una rapina adoperata  in un supermarket , arrivò a rubare anche  delle  mutande. Il suo legale, l’avvocato Davide Steccanella,  ricorda che Vallanzasca sta per “compiere 70 anni e che ha trascorso, seppur con qualche breve intervallo, l’intera propria esistenza in carcere”. la difesa scrive allora:  “Ci troviamo di fronte ad un detenuto entrato in prigione appena dopo il compimento della maggiore età e che oggi uscirebbe da ‘vecchio'”. Armando Lucchesi, figlio di Bruno, agente di polizia che morì il 23 ottobre 1976 in uno scontro a fuoco con Renato Vallanzasca e alcuni uomini della sua banda, resta, però, “sempre lo stesso, non cambia: Vallanzasca ha messo in croce tante famiglie, anche la nostra. Rispetterò qualsiasi decisione del giudice, ma non riesco, non posso perdonare”. Per il difensore, invece, sostenere che in questo caso “la funzione sociale della pena non abbia dispiegato i suoi effetti anche sull’originario spessore delinquenziale del soggetto, ‘trasformatosi’ da efferato omicida a maldestro ladro di boxer da supermercato, sarebbe non solo profondamente ingiusto, ma anche contrario al dato di fatto oggettivo”. Mentre il sostituto  pg Antonio Lamanna ha adoperato un  parere negativo alle richieste avendo  sostenuto, un “adeguato livello di ravvedimento” il codice impone, invece, che il ravvedimento sia “sicuro” e per il pg non lo è. Infatti  una comunità ha già fornito la propria  disponibilità a prenderlo in carico, come è già accaduto.

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