“Di fronte al problema della sofferenza umana è necessario saper creare sinergie tra persone e istituzioni, anche superando i pregiudizi, per coltivare la sollecitudine e lo sforzo di tutti in favore della persona malata“. Cosi si è espresso Papa Francesco durante la conferenza sulla medicina rigenerativa promossa dal Pontificio Consiglio della Cultura. Per il pontefice, occorrono dunque “azioni concrete a favore di chi soffre” attraverso “la convergenza di sforzi e di idee capaci di coinvolgere rappresentanti di varie comunità: scienziati e medici, pazienti, famiglie, studiosi di etica e di cultura, leader religiosi, filantropi, rappresentanti dei governi e del mondo imprenditoriale”.
“La Chiesa – ha sottolineato Francesco – elogia ogni sforzo di ricerca e di applicazione volto alla cura delle persone sofferenti” ma “ricorda anche che uno dei principi fondamentali è che non tutto ciò che è tecnicamente possibile o fattibile è per ciò stesso eticamente accettabile. La scienza, come qualsiasi altra attività umana, sa di avere dei limiti da rispettare per il bene dell’umanità stessa, e necessita di un senso di responsabilità etica”. Il pontefice ha evidenziato l’importanza di “quattro verbi: prevenire, riparare, curare e preparare il futuro”.
Per il Papa “c’è bisogno di riflettere sulla salute umana in un contesto più ampio, considerandola non solo in rapporto alla ricerca scientifica, ma anche alla nostra capacità di preservare e tutelare l’ambiente e all’esigenza di pensare a tutti, specialmente a chi vive disagi sociali e culturali che rendono precari sia lo stato di salute sia l’accesso alle cure”.