L’Organizzazione per la proibizione di armi chimiche (Opac) finalizzata a valutare il presunto impiego di armi chimiche, dopo aver svolto un lavoro molto delicato, è giunta alla conclusione della prima missione degli esperti intervenuti nella città siriana di Duma, nel Ghouta orientale.
In un comunicato, lo ha annunciato la stessa Opac, agenzia delle Nazioni Unite, spiegando che gli esperti durante la permanenza sul suolo iraniano hanno raccolto dei campioni utili alle indagini che successivamente saranno esaminati nei laboratori di propria pertinenza. Gli esperti, hanno dichiarato che per avere i primi risultati delle analisi sui reperti raccolti serviranno almeno tre settimane e «in questo momento non è possibile dire quando verrà diffuso il rapporto su Duma», ha spiegato il personale dell’O.N.U.. La missione a Duma, è stata avviata a seguito delle denunce di alcuni caschi bianchi, secondo i quali il regime di Damasco avrebbe utilizzato armi chimiche in un attacco lo scorso 7 aprile a Duma. Anche in questo caso, le accuse sono state respinte dalle autorità siriane. Il portavoce del Ministero della Difesa russo Igor Konashenkov ha dichiarato, «Ora ci aspettiamo che l’Opac pubblichi una relazione con i risultati del lavoro degli esperti». Konashenkov ha aggiunto: Agli esperti internazionali è stato concesso ampio accesso e senza impedimenti in tutte le aree, edifici e ambienti «che avevano programmato di ispezionare», sottolineando che gli inviati dell’Opac «hanno avuto tempo sufficiente per completare la loro missione». inoltre: Gli ispettori hanno visitato «due appartamenti in cui presumibilmente venivano usati agenti tossici, un laboratorio e un deposito di agenti chimici gestiti da terroristi»,.
La situazione nel paese, rimane particolarmente complessa e decine di migliaia di persone continuano a cercare rifugio oltre confine, una delle mete è il Libano dove si registra una vera emergenza umanitaria.
Raffaele Fattopace