Nella 57/ma edizione del Salone del mobile ciò che spicca però dal tutto, è il recupero del valore narrativo degli oggetti, della loro capacità di creare un’atmosfera.
Si ricreano quindi ambienti ben separati, saturi di colori nelle palette dei rosa/rossi e in quelle dei grigi/petrolio.Mobili, lampade, oggetti quindi “scaldando” la loro immagine con legni sofisticati, finiture preziose, tessuti avvolgenti che vogliono essere accarezzati, con l’occhio, ma gli ambienti diventano stanze di museo, del museo del nostro quotidiano, dei nostri ricordi, una nuova forma di collezionismo fatta di mobili e oggetti.Sempre a fenomeni nostalgici vi è il ritorno di alcune tipologie, dal paravento alla consolle e al “servo muto”, oggetto prevalentemente maschile che fa il paio con l’attuale, maniacale, cura per il guardaroba e finisce in una grande quantità di specchi. Un altro versante della stessa tendenza parla, invece, il linguaggio dei romanzi “gotici” della seconda metà del XVIII secolo, con ambientazioni degne de “Il Trono di Spade”. Un aspetto che accomuna tutti gli stili proposti è la riscoperta di tecniche e saperi artigianali ormai in via di estinzione.
L’odierno approccio progettuale, massimalista, richiede infatti una grande qualità di dettagli, finiture, lavorazioni che si “bagna” nei marmi rari, l’intarsio di paglia applicato su tavolini a forma di fiore o ancora il mosaico di radica per il piano del tavolo. C’è una grande, immensa voglia di ritornare alle origini, al classico, ai grandi pezzi del passato vengono cercati, studiati, ammirati e riproposti in una nuova veste meno “blasonata” ma più autentica.