“C’è un mondo affascinante che racconta ogni giorno storie meravigliose di impegno, di sacrificio e di successo al quale siamo da sempre vicini e del quale ci impegniamo a raccogliere la voce per contribuire a risolverne i problemi”. Così Sandro Neri, direttore de Il Giorno, aprendo a Palazzo dei Giureconsulti di Milano i lavori del “Pmi Day. Credito , crescita e innovazione nell’era 4.0” in collaborazione con UBI Banca e Camera di Commercio di Milano. Con lui Carlo Edoardo Valli, vicepresidente Camera di Commercio Milano Monza Brianza Lodi; Letizia Moratti, presidente del Consiglio di Gestione UBI banca; Riccardo Tramezzani, responsabile della Macro Area Territoriale Milano-Emilia Romagna di UBi Banca; Marco Accornero, segretario generale di Unione Artigiani; Silvano Mantovani, amministratore delegato di Aerea spa; Lorenzo Pugassi, presidente di Inoxfucine spa; Maurizio Momoni, direttore Centro Studi, Sviluppo Strategico e Marketing di Cerved. Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio e della Camera di Commercio Milano Monza Brianza Lodi ha inviato un video saluto.
Ha luci ed ombre il mondo delle piccole e medie imprese (da 10 a 250 addetti e volume d’affari tra 2 e 50 milioni di euro): se la recessione ha colpito duro riducendo il loro numero a 136.000 (10% in meno), è anche vero che in Lombardia, dove sono 36.000, hanno superato il livello del 2007, registrando però un -28% di fatturato.
In un contesto di competitività internazionale sempre più aspro è indispensabile modernizzarsi attraverso ricerca e macchinari. Le pmi hanno investito il 7% in più del 2007, aiutate in ciò dal Piano nazionale governativo Impresa 4.0 – la quarta rivoluzione industriale – con diverse misure (superammortamento, iperammortamento, credito all’innovazione e quant’altro): ma, ad esempio, il gap con la Germania, leader manufatturiero in Europa mentre l’Italia è al secondo posto, è fortissimo, avendo i tedeschi destinato 40 miliardi a Industria 4.0.
Comunque il ruolo di guida dell’economia 4.0 spetta a Milano. Tra le startup innovative – 1.500 a Milano su circa 9mila in Italia nel 2018 – quasi la metà delle assunzioni delle imprese è assorbita da lavori 4.0. Qui l’export dell’innovazione vale mezzo miliardo al mese su 3,5 miliardi nazionali. E sono 14mila le imprese attive nei settori ad alto contenuto tecnologico con un fatturato di circa 7 miliardi al mese.
Qui entra in ballo il credito alle imprese. Le piccole e medie, soprattutto le prime, denunciano difficoltà ad avere aiuti finanziari anche se 70.000 start up valide sarebbero in grado di investire 103 miliardi senza rischi se adeguatamente supportate. Ma non è solo il credito a complicare l’esistenza: ci si mette la burocrazia, c’è anche un problema generazionale (gli anziani sono meno preparati a gestire le nuove tecnologie). In sintesi, se la produttività è compito delle aziende, la competitività è compito del sistema Paese. C’è bisogno di una grande collaborazione che coinvolga tutti, politica, credito, imprese.
Achille Colombo Clerici