Il 9 giugno 2018 alle ore 18.00 la sala conferenze di Palazzo Pretorio ospiterà la proiezione di Land Art – Fernsehausstellung I (1969) di Gerry Schum, courtesy Groninger Museum (Groningen, Olanda). L’evento si inserisce nella ricca rassegna di proiezioni di film sperimentali e d’artista, nell’ambito della mostra “Sirio Luginbühl: film sperimentali”. La rassegna è a cura di Guido Bartorelli e Lisa Paroloche presentano le proiezioni con la collaborazione di Mirco Santi e Federica Stevanin. Ingresso gratuito. LAND ART – FERNSEHAUSSTELLUNG I di GERRY SCHUM Nella straordinaria stagione di sperimentazione in ambito artistico che caratterizza il passaggio dagli anni Sessanta agli anni Settanta, il ruolo giocato dal cineasta tedesco Gerry Schum (1938-1973) e dalla sua opera è assolutamente pionieristico. Allievo tra il 1966 e il 1967 della Film und Fernsehakademie di Berlino, ma coinvolto anche nell’organizzazione di festival di cinema underground, in quegli anni Schum è particolarmente attratto dalle nuove tendenze artistiche che trovano nell’happening e nell’azione in tempo reale la propria principale forma di espressione. Schum successivamente individua nel film e nei canali delle emittenti televisive pubbliche tedesche gli strumenti attraverso i quali è possibile non solo raggiungere un pubblico più vasto rispetto a quello interessato all’arte, ma anche dar vita, grazie a questa trasmissione istantanea di immagini, a un nuovo tipo di opera artistica “diretta” e alternativa ai format di taglio documentario e narrativo solitamente trasmessi dalla televisione. Questa «nuova forma di trasmissione artistica» ideata da Schum è la Fernsehausstellung, un’“esposizione televisiva” di “film-oggetti” realizzati esclusivamente per essere fruiti attraverso la televisione. Uscendo dai circuiti ufficiali di rappresentazione artistica quali le gallerie e i musei, l’obiettivo del cineasta tedesco è quello di rompere con il «triangolo studio-galleria-collezionista», schierandosi in tal modo dalla parte degli artisti nella battaglia da questi combattuta contro la mercificazione dell’opera e la fruizione elitaria della creazione artistica. Per realizzare la sua prima “esposizione televisiva”, tra il gennaio e il marzo 1969 Schum percorre chilometri e chilometri in Europa e in America a bordo del suo laboratorio di ripresa mobile per catturare con la sua cinepresa 16mm gli interventi degli artisti nel paesaggio. Gli artisti coinvolti nel film Land Art sono: Marinus Boezem, Walter De Maria, Jan Dibbets, Barry Flanagan, Michael Heizer, Richard Long, Dennis Oppenheim e Robert Smithson. Il titolo che Schum dà a questa prima Fernsehausstellung, andata in onda alle 22:40 del 15 aprile 1969 sul canale 1 dell’emittente televisiva tedesca SBF – Sender Freies Berlin, è Land Art (abbreviazione di Landscape Art). Usando un linguaggio filmico chiaro e semplice, quasi “a grado zero”, ogni intervento realizzato dagli artisti nel film di Schum è introdotto esclusivamente da una schermata iniziale con il titolo in sovrimpressione, per poi far parlare solo le immagini e il suono off. Inoltre, per ciascuna opera, egli sceglie un tipo specifico di inquadratura, facendo un uso limitato del montaggio per evitare ogni possibile fonte di distrazione. Attraverso il film Land Art il proposito di Schum era quello di individuare dei canali di comunicazione artistica che fossero alternativi a quelli delle gallerie, dei musei e del mercato. Dopo la prima trasmissione televisiva, il film Land Art viene trasferito su videotape e proprio in tale formato più maneggevole l’opera viene inserita all’interno delle più importanti mostre del periodo quali “Live in Your Head. When Attitudes Become Form” (1969), “Prospect 69” (1969), fino alla Biennale di Venezia del 1972. «L’opera d’arte stessa è il film. Il film è il risultato di un’idea e della realizzazione dell’artista e del mio lavoro come regista e cameraman. Nella pratica l’artista ha un’idea che più o meno include il fatto che la riproduzione mediante il mezzo filmico o la televisione sia parte della realizzazione del lavoro stesso. Il lavoro come simbiosi tra l’idea artistica e il medium film» – Gerry Schum.