Risale a solo a qualche ora fa la notizia trapelata dal Nicaragua, l’esecutivo del Nicaragua e l’opposizione, contro ogni pronostico hanno trovato un accordo teso anche all’accesso degli osservatori internazionali a condurre indagini sulle violenze che hanno causato più di 170 morti in due mesi. Il piano, secondo la Conferenza Episcopale (CEN) che svolge un ruolo di mediazione, mira anche a eliminare i blocchi stradali delle forze antisommossa che impediscono la circolazione, in primo momento, le trattative sembravano ormai che si stavano arenando, poi il colpo di scena dove in un ripensamento, i rappresentanti dell’opposizione hanno accettato una proposta del rappresentante del presidente Ortega. Le due parti devono incontrarsi nuovamente a breve, dove discuteranno del «processo di democratizzazione del paese». Il Presidente della CEN S.Em. il Cardinale Leopoldo José Brenes Solorzano, arcivescovo di Managua, ha precisato che: «la Chiesa aveva chiesto a Daniel Ortega di anticipare di due anni la data delle elezioni generali, previste nel 2021». Il presidente non ha accettato questa richiesta, limitandosi a rispondere che «conferma l’assoluta volontà ad ascoltare tutte le proposte in un quadro istituzionale e costituzionale». Nonostante il dialogo in corso, resta tuttavia molto elevata la tensione, e nel momento in cui la CEN organizzava la riunione, alcune milizie paramilitari favorevoli al governo hanno condotto un assalto in quattro quartieri della capitale, mentre nuovi scontri erano segnalati nelle città di Juigalpa e Nindiri. Ieri, migliaia di abitanti del Nicaragua hanno ripreso il lavoro, all’indomani di uno sciopero generale che ha paralizzato l’intero paese, nel tentativo di opporsi al presidente Ortega. Il popolo confida in una definitiva risoluzione, considerato che a guidare le trattative è il Cardinale Brenes Solorzano, l’alto prelato nutre di una vasta fiducia e di una fama di eccellente mediatore e comunicatore.
Raffaele Fattopace
