Mi chiamo Giuseppe Ventura. Ho 23 anni ed oggi, con il Garante dei detenuti Samuele Ciambriello, sono stato nel carcere di Poggioreale insieme ai detenuti dei padiglioni Firenze e Genova.
Arrivato in sala c’erano circa quaranta detenuti di fronte a me. Molti più grandi, forse qualcuno della mia età.
Mi guardavano e li dove incrociavano il mio sguardo, alzavano la mano in segno di saluto.
Abbiamo parlato del nostro libro. Quello scritto da me e Samuele: CARO PROF TI SCRIVO. Mi hanno fatto, incuriositi davvero, tantissime domande. Ed al contrario di tante persone che ho incontrato nella mia vita, le risposte, gli importavano davvero.
Avere l’occasione a 23 anni di parlare in questi posti per me è un privilegio, un onore.
Ho detto loro che, essendo nato anche io in quartiere di periferia dove la strada a volte chiama e anche se non le rispondi ti chiama più forte, esiste una cosa che puo’ salvarti: la FANTASIA.
Quella, non c’è cella che possa rinchiuderla.
Sapere poi che tra quattro mura, parole scritte da me e Samuele, possano aiutare il tempo di alcuni a scorrere più velocemente mi ha riempito il cuore.
Oggi mi sono sentito ricco, ma non perchè avessi vinto qualcosa.
Oggi ho imparato tanto e custodirò gelosamente questa mattinata.
Ho riservato un posto nel mio cuore ad ogni singola stretta di mano, ogni singolo saluto o cenno di approvazione che ho ricevuto oggi. Già, non la dimenticherò questa giornata.
Oggi i detenuti mi hanno insegnato nella vita si commettono degli errori, l’importante è avere la forza ed il coraggio di rimediare. Li dove si puo’.
Ci tengo a riportare in questo articolo, le parole di un detenuto che emozionato a tal punto da manifestare il tremolio della voce ha detto: ” Io fuori da qui combattevo, era ed è il mio sport preferito. Ed ho capito che nella vita come nel ring quando sei quasi al tappeto, all’angolo devi alzarti e combattere più forte. ”
Mi chiamo Giuseppe Ventura ed oggi ho imparato tanto.