Lo sport è metafora di vita, quindi, spesso, racconta anche di tristi sconfitte, inaccettabili scherzi del destino.
Un pullman silenzioso, gli atleti scrutano fuori dai finestrini, nelle luci della notte. A tenergli compagnia, a dargli conforto, sono le solite canzoni dalle cuffie degli iPod. Il boccone da buttar giù è di quelli amari, insopportabili, di quelli che vorresti tornare indietro e rigiocare ancora quella maledetta partita; perché a perderla proprio non ci stai.
È questa l’immagine che associo alla scomparsa di Tito Vilanova, ex tecnico del F.C. Barcellona. Francesc, questo il suo vero nome, era un combattente silenzioso, un leader in campo e fuori.
Nel 2008 lega il suo nome a quello di Pep Guardiola, suo amico sin dalla giovane età. Assieme, i due, vincono tutto: Liga Spagnola, Supercoppa, Champions League, Supercoppa Europa e Mondiale per Club. Sostituisce proprio il compagno Pep alla guida del club, nel 2012. Ma la partita più importante, Tito, non la gioca in campo, tra l’erba che sa di adrenalina, tra le urla dei 100.000 del Camp Nou.
Un anno prima di accettare l’incarico più importante della sua carriera, gli viene, infatti, diagnosticato un tumore alla ghiandola parotide. La sfida è di quelle difficili, quasi impossibili. Nonostante tutto, Tito la affronta con grande serenità d’animo, riuscendo, in maniera eroica, a trionfare nel campionato spagnolo contro il Real Madrid di Cristiano Ronaldo, Pallone d’Oro, e del rivale Josè Mourinho.
Si arrende, però, alla malattia. Argina più volte il suo impeto ma ne esce sconfitto ieri, 25 Aprile, al termine di una gara estenuante, in cui ha giocato con, al suo fianco, la famiglia prima di tutto.
Tito era una brava persona, di quegli esempi di cui il mondo dello sport necessita oggi, come mai. Riempiva le pagine dei giornali soltanto con i risultati del suo Barcellona. In un ambiente ormai saturo di polemiche, vile denaro, violenza e razzismo, la semplicità, la lealtà e l’eleganza di Vilanova mancheranno ancor di più. “Non si dovrebbe mai innervosirsi per nulla” – Diceva – “Quello che oggi sembra importante, domani non lo è più”.
Ciao Tito!