Ieri ha preso il via il semestre austriaco alla presidenza di turno. Il motto scelto da Vienna per il semestre, «Un’Europa che protegge». La priorità della sicurezza e del contrasto all’immigrazione. Di fatto l’Austria, si troverà ad applicare alle linee guida sulle migrazioni emerse dal vertice europeo dei giorni scorsi a Bruxelles, non solo, dovrà gestire anche i difficili negoziati sulla riforma del regolamento di Dublino in merito all’asilo, il rafforzamento dei confini europei e dell’agenzia Frontex, per garantire una protezione efficace delle frontiere esterne dell’Unione, e il potenziamento dei rimpatri. Appare molto articolato, il prossimo bilancio pluriennale dell’Unione europea per il periodo 2021-2027, dove si tratteranno temi che si intrecciano con le precedenti altrettanto difficili discussioni sulla riforma dell’Eurozona e il dossier sempre più incartato della Brexit, mentre si avvicina a grandi passi la scadenza dell’uscita della Gran Bretagna dall’Ue. Il Cancelliere austriaco Sebastian Kurz, 31 anni, al governo da sei mesi ha dichiarato: «Il nostro obiettivo rimane quello di una soluzione comune europea per rafforzare il controllo delle frontiere esterne e la creazione di centri di raccolta in paesi terzi. In questo modo potremo salvaguardare l’esistenza di un’Europa senza frontiere interne, il cancelliere, riferendosi ai rischi che incombono sulla sopravvivenza della cosiddetta area Schengen» Kurz, ha inoltre detto che il suo governo intende essere «un costruttore di ponti nella Ue per ridurre le tensioni all’interno dell’Europa». Tra gli altri temi che Vienna intende portare avanti nei prossimi sei mesi c’è poi quello della competitività, in particolare attraverso la digitalizzazione. Infine, le politiche di vicinato e l’allargamento nella regione balcanica. Il primo gennaio del 2019, l’Austria cederà il testimone della presidenza semestrale dell’Unione europea alla Romania.
Raffaele Fattopace