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Dopo l’Italia, serrata in Europa di altre edizioni di Wikipedia

C’è una campagna cinica da parte delle società tech che inondano le caselle email degli europarlamentari facendo allarmismo che la direttiva sul copyright sarebbe la fine di internet, ma vi preghiamo di notare che oggi fanno vent’anni dalla loro prima affermazione che misure sul copyright distruggerebbero internet, cosa che non è mai successa”. Così 150 rappresentanti dell’industria creativa e culturale europea, dalle associazioni di autori, giornalisti e musicisti sino a editori, produttori cinematografici e tv dei 28, tra cui per l’Italia anche Anica, Siae, Confindustria Radio Televisioni, Pim. Il settore culturale e creativo invita quindi gli eurodeputati a “confermare il mandato sul copyright nel voto in plenaria per sostenere la creazione in Europa”, che pesa per il 4,5% del pil Ue e rappresenta 12 milioni di posti di lavoro. “Abbiamo bisogno di un Internet che sia equo e sostenibile per tutti”, concludono così il loro appello in vista del voto di domani all’Europarlamento a Strasburgo.Gli articoli più discussi della direttiva sono l’11 e il 13. Il primo prevede l’istituzione di una sorta di ‘link tax’ per le piattaforme web come Google e Facebookche inseriscono link ai siti di notizie. In pratica queste dovrebbero concordare una licenza con ogni editore, pagando una cifra annualle per la segnalazione degli articoli.

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