Non si sa perche’ la morte, la malattia decide di entrare nella vita giovane, giovabissima e portarsela via. Non esiste una ragione, una spiegazione alle grandi ingiustizie, ai dolori immensi. Esistono le cose che restano pero’, e resta l’amore nelle persone, resta la consapevolezza che non c’è un’età per andarsene via, e che anche a 17 o18 anni qualcosa si ferma per sempre. Si fermano le risate, e le chiacchiere della gente su ciò che è giusto o non giusto, sui tanti perché, e su di un sorriso che va oltre le cose. Il tumore l’ha inghiottita ad un passo dal diploma.Fino all’ultimo, infatti, ha studiato per il suo esame di maturità, aveva preparato anche una tesina dove il filo conduttore era il teatro, la sua piu’ grande passione. Ma il 12 giugno Martina è morta, si e’ morta, ed e’ una parola ibdicibile se si parla di una ragazzina, che aspettava ancora di vivere. E’ andata via non riuscendo a portare a termine il suo sogno: quello di diplomarsi in questo anno. Le sue amiche allora hanno preso in mano la tesina e in accordo con i professori, l’hanno discussa davanti alla commissione del liceo Linguistico Manzoni di Latina. E un po’ è stato come se Martina parlasse attraverso le sue compagne di classe che si sono sedute in un’aula piena di lacrime hanno spaziato dal teatro di Pirandello alla teatralità dei regimi totalitari. Finito l’esame i professori hanno consegnato alla famiglia della ragazza una pergamena simbolica. Ma i professori vogliono andare oltre quella pergamena e si stanno mobilitando affinchè il Ministero dell’Istruzione possa consegnare alla famiglia il diploma, quello effettivo . Un gesto bellissimo, e anche un po’ triste, perché Martina non vive più, quella tesina l’ha scitta prima di andarsene, ma non ha fatto in tempo, e li dove esiste il dolore, le parole tacciono. Rimane il silenzio e la speranza, che se esiste un Dio, possa essere un Dio che ricolmi i perché.
