Due anni dopo il primo appello, il missionario comboniano padre Alex Zanotelli, ispiratore e fondatore di diversi movimenti italiani tesi a creare condizioni di pace e di giustizia solidale, rilancia il “Sanctuary movement”. L’appello è un invito alle Chiese (cattolica, valdese, luterana, anglicana, evangelica) ad iniziare, come avviene dai tempi di Reagan negli Usa, a offrire i propri spazi di culto come “santuario” per asilo politico per coloro che sono destinati alla deportazione nei loro Paesi di origine, non perché criminali, ma perché privi di documenti. Mentre negli Stati Uniti da due anni sono raddoppiate le chiese che hanno accettato di offrire rifugio e asilo politico per i migranti minacciati di deportazione, in Italia ancora nessuno si è mosso. Di qui il rilancio di Zanotelli, insieme al vescovo emerito di Caserta Raffaele Nogaro, a suor Rita Giaretta di Casa Ruth e ad altri religiosi.
L’Italia ha bisogno di “un serio movimento nonviolento di resistenza a leggi o ordini ingiusti”, dice Zanotelli. E ancora: “Nel nostro
Paese ancora nessuno ha risposto all’appello. Eppure molto si può fare. Chi viene rispedito nel proprio Paese di origine rischia moltissimo. Parroci, associazioni o anche semplici famiglie possono fare molto divenendo i garanti di queste persone davanti allo Stato”. Zanotelli è particolarmente preoccupato per la situazione italiana. Spiega: “Salvini ha detto con molta chiarezza che vuole sbattere fuori chi è senza documenti. Occorre una disobbedienza civile e insieme occorre mettersi dalla parte della povera gente”.
In merito alla proposta di mostrare il crocifisso in tutti i luoghi pubblici, porti compresi, Zanotelli ricorda che la migliore risposta l’ha data recentemente il cardinale Reinhard Marx, presidente della Conferenza episcopale tedesca: “Ha detto che non ritiene giusto che il crocifisso sia messo nei luoghi pubblici nei quali di fatto è stato deciso, da parte del potere di allora, di fare fuori Gesù di Nazaret”. Zanotelli si domanda anche perché tanto silenzio della Chiesa sulla Lega: “Da anni aspetto un documento ufficiale da parte di una qualche Conferenza episcopale del Nord sulla Lega, un testo che avvisi chi la vuole votare su quali sono i suoi princìpi, ma non arriva mai. Di questo sono dispiaciuto, mentre occorrerebbe legare fede e vita. C’è oggi una discrepanza che la Chiesa fatica a colmare”.