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Il turismo: una risorsa straordinaria da difendere

In un momento di crisi economica mondiale e di difficoltà per le nostre esportazioni, disponiamo di una immensa risorsa da tutelare e da sfruttare con intelligenza e lungimiranza: il turismo, che quest’anno ci darà grosse soddisfazioni, perché moltissimi italiani rinunceranno al costoso viaggio all’estero per godere delle molteplici attrattive offerte dall’Italia, dal mare alla montagna, ma soprattutto le nostre città zeppe di arte e di storia. Dopo aver dilapidato per decenni questo ingente patrimonio, cementificando senza criterio le nostre inimitabili coste ed inquinando i nostri mari, dobbiamo adoperarci ad offrire servizi qualificati a prezzi competitivi, ma soprattutto dobbiamo impegnarci tutti, cittadini ed autorità, nella difesa di un tesoro che tutto il mondo ci invidia e rappresenta un’inestimabile fonte di guadagno per le future generazioni. La diffusione della moda del bed e breakfast ha permesso un sensibile abbattimento dei costi di un soggiorno nelle nostre città e nello stesso tempo costituisce una fondamentale risorsa per molte famiglie, che hanno così modo di integrare i propri introiti, fronteggiando con più risorse le difficoltà della crisi economica. Questo inizio della stagione turistica ha creato numerosi allarmi per la tutela dei nostri monumenti più famosi, sempre più spesso lasciati in ostaggio di folle debordanti di visitatori, incuranti del rispetto delle più elementari regole del vivere civile. Piazza San Marco ha visto improvvisati bivacchi, siti archeologici come Pompei o i Fori romani sono stati sommersi da cartacce impregnate ancora dell’odore di robuste frittate, statue di uomini illustri sono state ripetutamente imbrattate da spray micidiali e scritte demenziali, monumenti e fontane più o meno famosi sono divenute vette da scalare per torme di ragazzini arrampicatori e piscine di fortuna per gitanti accaldati. L’assalto più insistente ha riguardato Fontana di Trevi: prima le scriteriate performance pseudo artistiche, quindi le invasioni barbariche di folle incontenibili; dopo l’acqua tinta di rosso siamo all’appropriazione fisica dell’opera, il tutto naturalmente sotto gli occhi indifferenti dei vigili urbani. Purtroppo sia i cittadini che le autorità preposte a vigilare sul loro comportamento non capiscono l’interesse a proteggere i propri tesori, che racchiudono la loro memoria storica e rappresentano una vitale risorsa economica. Sarebbe auspicabile una campagna di sensibilizzazione da parte dello Stato che partisse dalle scuole, dove viceversa si abolisce o si umilia lo studio della storia dell’arte. In attesa che questa necessaria campagna di evangelizzazione si attui non resta che aumentare la vigilanza da parte di personale qualificato e motivato. I numerosissimi stranieri in visita alle nostre città d’arte, davanti all’assenza quasi completa di controlli e di disciplina subiscono un contagio imprevedibile e così possiamo osservare tranquilli giapponesi, miti scandinavi, severi anglosassoni, organizzati russi ed americani abbandonarsi al brivido della trasgressione, salendo sul bus senza biglietto, cercando di evitare le file, schiamazzando senza ritegno ad ogni ora del giorno e della notte. Stiamo divenendo una meta di turismo allegro e disorganizzato, dove tutto è permesso, una vera e propria vacanza dalle regole, che umilia la nostra storia e la nostra dignità. Da tempo non siamo più un popolo di santi e navigatori, bensì di osti e bottegai, ma(o tempora o mores)non deve bastarci che circoli tanto denaro.

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