Con ogni tocco del dito sullo smartphone e le app si può tratteggiare il profilo di un utente, potenzialmente usato dalla pubblicità o da terze parti. Lo dice una ricerca della divisione Data61 del Consiglio Nazionale delle Ricerche Csiro, curata dal professor Mohamed Dali Kaafar, direttore per la sicurezza e la privacy di Data61 e docente di cybersicurezza all’Università Macquarie di Sydney.
Lo studio dimostra che i gesti distintivi del dito sul dispositivo (swipe e tap) possono essere catturati da sviluppatori di app “affamati” di dati degli utenti. E’ stato usato un congegno che traccia i gesti degli utenti: estrae dati dalle digitazioni, tra cui la velocità e l’accelerazione dei movimenti. L’uso di una sola app per un’ora fornisce sufficienti informazioni da distinguere un utente da un miliardo di altri.Non vi è nulla nel sistema operativo dei telefonini che impedisca alle applicazioni di usare tali dati, sottolinea Kaafar. Il ‘tracking’ basato sul tocco può seguire e distinguere utenti multipli dello stesso dispositivo. Secondo la ricerca, può anche identificare gli utenti attraverso più dispositivi, potenzialmente costruendo un profilo dell’utente che può risultare utile a operatori pubblicitari o altre terze parti. La tecnologia peraltro può essere usata per impedire ai minori di accedere a contenuti adulti su congegni condivisi.