Matagalpa, terza città del paese un sostenitore del presidente Daniel Ortega è stato raggiunto da colpi d’arma da fuoco. Il bilancio degli scontri, è di almeno un morto e due feriti che hanno insanguinato le manifestazioni che si sono svolte ieri in Nicaragua. La vittima è Lénine Mendiola, 58 anni, figlio di una storica leader del partito sandinista. L’opposizione, dal canto suo, ha denunciato che paramilitari vicini al governo avrebbero sparato sui manifestanti, a tutt’ora non è chiaro se ci siano state o meno vittime. Nella capitale e in numerose altre città, si sono svolti cortei di sostenitori e di oppositori al governo. A Managua la “marcia blu e bianca”, colori inneggianti la bandiera nazionale, ha riunito migliaia di oppositori appartenenti alla società civile e alla Chiesa cattolica che chiedevano la liberazione degli oltre duecento prigionieri politici arrestati negli ultimi mesi, per la maggior parte dirigenti dei movimenti studenteschi, agricoltori e militanti della società civile accusati dal governo di «terrorismo e crimine organizzato». L’obbiettivo principe tra le richieste dei manifestanti vi era la liberazione di Medardo Mairena, uno dei maggiori esponenti dell’opposizione. Sandra Ramos, avvocato e membro della Alianza Civica por la Justicia y la Democracia, ha dichiarato: «Con questa marcia abbiamo voluto alzare la voce a sostegno dei nostri prigionieri politici, incarcerati ingiustamente in base a processi inventati e prove prefabbricate». Il corteo è partito dalla rotonda Jean Paul Genie e ha attraversato senza che si registrassero incidenti il centro cittadino per raggiungere il punto di arrivo fissato sulla rotonda Rubén Darío. Qui i partecipanti, prima di allontanarsi, hanno intonato insieme l’inno nazionale e sventolate bandiere. Sempre a Managua, a meno di due chilometri di distanza dalla manifestazione dell’opposizione, si è svolto un altro corteo, a sostegno di Ortega e della moglie e del vicepresidente Rosario Murillo, le bandiere decisamente diverse, sandiniste rosse e nere. Ancora una volta il cardinale Leopoldo Brenes, arcivescovo di Managua, si schiera a favore del popolo che in questa delicata fase subisce l’onda di Ortega, riferendo «i vescovi stanno aspettando una risposta dal governo per riprendere il dialogo nazionale con il quale spera di trovare una soluzione pacifica alla crisi. Stiamo facendo tutti gli accordi possibili in modo che il dialogo riprenda al più presto» .
Raffaele Fattopace