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Giurista Virzo, su nave Diciotti si configurino i reati di tortura e sequestro. Magistratura decide responsabilità, ma non può ordinare sbarco

C’è il rischio che nel ‘caso Diciotti’ vi sia una violazione di diritti, con la possibile configurazione dei “reati di tortura e sequestro”, sia con riferimento alla convenzioni internazionali che per la legge italiana. “Ma la magistratura non può emettere nessun provvedimento che disponga lo sbarco dei migranti a bordo della nave della Guardia Costiera a Catania, può solo avviare delle indagini e accertare l’eventuale responsabilità di chi ha ordinato il divieto di sbarco”. E’ l’analisi di Roberto Virzo, docente di Diritto internazionale all’Università del Sannio e di Organizzazione internazionale alla Luiss di Roma.

“Le persone soccorse e attualmente a bordo della Diciotti – spiega Virzo – sono sotto la giurisdizione italiana ai sensi della Convenzione europea dei diritti uomo. Eventuali violazioni della Convenzione sono imputabili all’Italia, con particolare riferimento all’articolo 3, qualora i migranti dovessero trovarsi in condizioni inaccettabili, degradanti e lesive della loro dignità”. Il giurista precisa: “non basta che le persone vengano assistite a livello sanitario e con rifornimenti di viveri. Se sono trattenute sulla nave e la loro libertà è limitata, già questo potrebbe bastare per configurare la violazione dell’articolo 3”. Secondo Virzo, dal punto di vista del diritto italiano, i possibili reati configurabili sono quelli di “sequestro di persona e di tortura”, quest’ultimo di recente introduzione e che riguarda anche il trattamento degradante. Quello di sequestro si basa sull’articolo 13 della Costituzione, secondo cui la libertà personale è inviolabile e non è ammessa nessuna forma di detenzione o restrizione della libertà se non con provvedimento motivato della magistratura e nei soli casi e modi previsti dalla legge.

“I soggetti – spiega il giurista – non possono essere trattenuti senza una valida ragione: la valutazione dello stato di fermo spetta dunque ad un giudice”. In caso contrario si configurerebbe l’ipotesi di un fermo arbitrario in violazione delle prerogative della magistratura. Quest’ultima è anche chiamata a “stabilire se la decisione di trattenere quelle persone a bordo della Diciotti sia configurabile come un reato. Le indagini riguardano però solo la liceità della misura e le conseguenze penali per chi l’ha ordinata. Ma la magistratura – sottolinea – non può disporre con un proprio provvedimento lo sbarco dei migranti”. Secondo il docente di diritto internazionale, inoltre, non è da escludere che sulla vicenda intervenga anche il ministro della Difesa, visto che la Diciotti è una nave militare italiana.

ANSA

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