Dall’inizio dell’anno Amazon è salita il 71%. E dalla fine del 2014 del 550%, guadagnando 800 miliardi di dollari di valore. A spingere i titoli nella seduta odierna la revisione al rialzo del prezzo di riferimento da parte di Morgan Stanley a 2.500 miliardi di dollari: un rialzo legato alla fiducia nelle prospettive di crescita della società. La banca ha alzato anche del 14% il prezzo di riferimento di Google, che chiude la seduta a Wall Street in progresso dell’1,47%. Vola anche Apple, che avanza dell’1,49%, aggiornando i propri record.
La volata di Amazon e Google arriva nonostante le ripetute critiche di Donald Trump, che nelle ultime ore ha attaccato ripetutamente Mountain View e i social media, accusandole di essere politicizzate. Le critiche ad Amazon riguardano invece le troppo poche tasse pagate ma, indirettamente e non, nel mirino del presidente c’è il Washington Post di Bezos. A puntare il dito più volte contro Amazon è anche Bernie Sanders, il senatore democratico del Vermont ed ex candidato alla presidenza. Sanders nelle ultime ore è tornato a criticare le condizioni non sicure di lavoro nei magazzini di Amazon: ”Non sono solo i bassi salari a preoccupare. Ci sono anche informazioni sulle condizioni di lavoro” spiega il senatore, secondo il quale la petizione per chiedere a Bezos un aumento dei salari per i lavoratori di Amazon ha raccolto già 105.000 firme. Critiche che non fermano la corsa di Amazon in Borsa.